Il famigerato 'Terzo Tempo' approda anche nei campi dilettantistici.
Il comitato FIGC ravennate, nel consueto comunicato settimanale, invita le squadre ad eseguire da domenica la 'CERIMONIA DI SALUTO A FINE GARA' , ma aggiunge che non ci saranno sanzioni disciplinari per i tesserati che non rispetteranno il rito.

Vi riporto la spiegazione indicata nel comunicato:

CERIMONIALE DI SALUTO A FINE GARA

'Al fischio finale, gli ufficiali di gara si posizioneranno in corrispondenza della parte alta del cerchio di
centrocampo (come da disegno in allegato).
I due capitani avranno il compito di radunare i componenti delle proprie squadre dietro di sé, nelle posizioni di partenza sotto indicate.
Ad un cenno degli ufficiali di gara, i componenti della squadra ospitata saluteranno gli arbitri e, in rapida successione, i componenti della squadra ospitante, sfilando lungo la linea di centrocampo in direzione contraria rispetto a questi ultimi.
Contestualmente, i componenti della squadra ospitante saluteranno quelli della squadra ospitata e, quindi, gli arbitri, sfilando lungo la linea di centrocampo sul modello del saluto sotto rete al termine delle gare di pallavolo.'

Io aggiungerei che gli ospiti lavano le scarpe agli avversari, ma non dove il custode del campo ha affisso il cartello 'QUI E' VIETATO LAVARE LE SCARPE'.

Più che un gesto di sportività mi sembra la processione che l'arci ci faceva provare prima della messa, il più alto porta la croce, i più bassi alla destra e sinistra del parroco tengono il 'microfono' per benedire ed il 'secchiello' dell'acqua santa.
Tutti in fila davanti all'altare ci si inchina appena l'arci mormora 'genoflessione', 3 secondi di riverenza e tutti in fila verso la navata centrale.
Andata-ritorno, metti la croce nel piedistallo e coreografia finale per sedersi nei banchi laterali all'altare.

Tutto meccanicamente perfetto, diretto dai 'psi! psi!', 'qua!, qua!', 'li!, li!' del mitico arci e di Suor Gianna.

Questa similitudine da me mal raccontata non vuole essere blasfema, è semplicemente un ricordo d'infanzia che mi è balzato in mente leggendo la procedura del rito.

Viviamo tra gli esempi, ci accontentiamo dei simbolismi, ci autoconvinciamo che un bel gesto finali basti a colmare comportamenti sleali di 90 minuti, più recupero.
I comportamenti reali sono sempre gli stessi dalla A alla terza categoria, fino ai tornei estivi.
Mi sembra il disperato tentativo di uno sport che si riscopre 'sporco' in più sfaccettature e tenta di riverginarsi.

Ben venga il Terzo Tempo, ma sarebbe meglio partire sportivamente dal primo.

Mandaro (Matteo Cenni)
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