Caro Cristiano,
scrivo, come potrai ben immaginare, in merito al tuo articolo comparso su questo sito giovedì. Credo che complessivamente la tua analisi sui carri che domenica hanno sfilato sia lucida, esperta. La parte sulle difficoltà incontrate nelle varie fasi della realizzazione del carro (in primis il tuo spaventoso incidente) spiega bene la mancanza di aderenza di certe scene rispetto alla tua relazione. L’accettare la sconfitta (a quanto ho saputo in seguito, di stretta misura) riconoscendo l’onore ai vincitori, ti fa onore.

E allora, scusa se torno sull’argomento, perché quella frase sui 300 euro che ti pagherebbe “Il Corriere della Sera”? Rileggi il tuo articolo mettendoti dal punto di vista del lettore qualunque, lasciando da parte l’inevitabile “furore agonistico” che si prova prima e dopo la festa: non trovi che quella frase c’entri poco con tutto il resto? Devo essere sincero: è una caduta di stile, scollegata dal resto dell’articolo, come se un calciatore rovinasse una buona prestazione con un autogol facilmente evitabile. Conosciamo tutti le tue capacità e allora mi chiedo ancora: che bisogno c’era di fare una spacconata del genere? Oltretutto, nel caso specifico della Festa di Primavera, tutti sanno della passione e il tempo che ci dedichi, senza considerare che la giuria per prima si è complimentata con te per la relazione.
Io spero, anzi penso, che quella riga sia solo il frutto dell’accumulo delle tensioni pre-festa, che si sfogano, a volte incontrollabili, quando tutto finisce e resta una comprensibile delusione. L’abbiamo già visto succedere in varie forme. Non sei il primo, e non sarai certo l’ultimo. Quanto al commento di Michele, è forse un po’ duro, ma tutto sommato franco e schietto. Dettato anch’esso dall’impulso e da una sorta di indignazione che, ti garantisco, hanno provato in molti. Io penso che così, a caldo, anche un commento del genere ci stia, un po’ te lo sei cercato. Non l’avesse fatto lui l’avrei scritto io, in modo meno arguto sicuramente, ma il succo sarebbe stato quello. Sai bene che in certi casi ci si lascia un po’ prendere la mano, ma con Michele vi conoscete da una vita e sai bene che il commento si limita a quella frase. Nel nostro piccolo, nessuno più di lui ha recensito le tue opere, scrivendone sempre in maniera più che positiva. In ogni caso, secondo me ci sta tutta anche la tua risposta, comprensibilmente un po’ risentita, ma in definitiva anche meno di quel che mi sarei aspettato. Non capisco solo la parte relativa al cestinare eventuali tuoi articoli in attesa di essere messi on-line: tu sei liberissimo di scegliere di non scrivere mai più in questo sito, ma sarebbe poco intelligente rinunciarvi solo perché qualcuno si è scaldato (non sto parlando solo di Michele) e ha scritto in modo spontaneo quello che pensava. Oltretutto “Lo Spekkietto” si è sempre dato da fare per pubblicizzare le tue opere e pubblicare i tuoi racconti. Attenzione: non sto rivendicando un ruolo del giornale ci mancherebbe altro, lo scrivo solo perché ho sempre pensato che la collaborazione instaurata fosse una cosa bella, un piacere reciproco. Per il resto ognuno faccia come meglio crede.
Detto ciò, il sito è a disposizione di tutti, chi ci scrive si assume le proprie responsabilità personali, ripeto: personali, e chiaramente si mette in gioco, si espone ai commenti altrui e comunque ha sempre la possibilità di ribattere. Credo che sia un eccezionale strumento democratico e se qualcuno è così limitato da non apprezzare la discussione, anche accesa, le proposte o i pareri contrari, beh! Sono fatti suoi. Scusa lo sfogo e chiarisco: non credo proprio che sia il tuo caso. Di sicuro la redazione non censurerà mai nessuno solo perché ha paura di perdere qualche lettore, sarebbe contrario allo spirito quarantennale di questo giornale. Il fatto, ad esempio, che Michele sia uno dei redattori più attivi non deve far pensare che egli abbia maggior voce in capitolo o più spazio a disposizione. E neppure che non scriva a titolo personale. Lo fa sempre, nel bene e nel male, come chiunque abbia mai scritto in queste pagine. Si tratta solo, di tirare il sasso e avere il coraggio di tener ben in vista la mano, sempre meglio che nasconderla o addirittura rinunciare a giocare.
Spero che sarai così forte da saper giocare ancora.
Ciao.

Lorenzo Righini

P.S. Mi permetto: dovresti dire alla giuria e a chi ti ha fatto i complimenti con le lacrime agli occhi per la tua relazione, compreso/a Thesky26, di andare prima a leggersi la tua relazione di qualche anno fa sul “Calendario Galattico” (scusa, ma non ricordo il nome del carro): quella era una vera genialata, quest’ultima, parere personalissimo, pur essendo la migliore delle tre in gara, soltanto buona.
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