Nello stato indiano di Orissa ed in Iraq continuano le violenze contro i cristiani . Se ne parla poco sulla stampa al confronto di altri eventi discriminatori e persecutori verso altre comunità religiose. Sembra esserci in occidente, una specie di complesso a questo riguardo, forse retaggio di una specie di malinteso (non so se conscio o inconscio) senso di colpa per il ricordo di violenze e di malefatte proprie, passate ed anche recenti. Forse ciò deriva anche da una non corretta identificazione del mondo occidentale, ipso facto, con il mondo cristiano o il cristianesimo, cosa che non è affatto corretta e vera, anche se è indubbio che il mondo occidentale è stato fortemente caratterizzato ed improntato dal pensiero cristiano.

Varrà perciò la pena di ricordare che le violenze sono indirizzate certamente anche verso i missionari stranieri che operano nelle zone, (soprattutto in India perchè in Iraq invece vi è un clero locale fortemente radicato, avendo quella comunità cristiana una tradizione millenaria) ma soprattutto viene colpita la popolazione indigena di fede cristiana che si vede così costretta a lasciare la propria terra di origine ed i propri beni per poter sopravvivere.
In ogni caso i sensi di colpa, se ve ne fossero, non dovrebbero tuttavia, non fosse altro che per un elementare senso di giustizia e di solidarietà, farci distogliere lo sguardo dalle malefatte, qualunque esse siano e verso chiunque esse vengano perpetrate tanto meno da quelle che vengono perpetrate verso i nostri fratelli di fede.
In Iraq, dopo la disastrosa guerra voluta da quella disgrazia di presidente che è stato Bush il giovane e che fra tutti i lutti e le rovine provocate ha anche favorito l’emergere del revanscismo estremista islamico in una nazione che era esente da questo fenomeno, i cristiani (assiro-caldei, siariaci, armeni e latini) per sfuggire alle violenze sono emigrati in massa e sono passati da 600.000 che erano ai 300.000 attuali e quelli rimasti si sono per lo più riuniti nella piana di Ninive rischiando così di chiudersi in un gigantesco ghetto.
In Orissa ugualmente, anche se questa volta è l’estremismo induista ad operare con buona pace del ricordo di Ghandi, violenze omicidi incendi di case e di chiese e persecuzioni varie contro le comunità cristiane, sono diventati episodi di tutti i giorni ed a poco giova la protezione delle forze di polizia che sembra avere scarsissima efficacia.
Alcune organizzazioni dell’estremismo indù offrono premi in danaro o beni a quanti riescono ad eliminare o uccidere leader religiosi cristiani o a distruggere i loro beni.
Pubblichiamo qui di seguito un appello diramato dai Salesiani che vi invitiamo a leggere perchè illustra bene il clima che si è creato in quello stato.
Siamo comunque tutti invitati a pregare per questi nostri fratelli in gravi difficoltà.

ORISSA E NON SOLO...
NON SI FERMA L'ONDATA DI VIOLENZE
CONTRO I CRISTIANI DELL'INDIA.
NON LASCIAMOLI SOLI
Caro Amico, Cara Amica,
dopo le violenze esplose il 24 agosto scorso, che hanno colpito duramente le comunità cristiane dell’Orissa, uno stato dell’India orientale, l’ondata di odio e persecuzione contro i Cristiani si è estesa ad altre zone del Paese, diventando sempre più forte e crudele.
Gli estremisti indù che hanno scatenato la rivolta anticristiana, lasciando ad oggi un clima di terrore nelle zone colpite dalle violenze, hanno provocato questo scenario sconcertante: una cinquantina di chiese date alle fiamme, migliaia di case distrutte, più di cinquantamila persone che si sono dovute nascondere – e ancora oggi si nascondono – nella giungla. Più di venti le vittime, molte delle quali seviziate crudelmente prima di morire.
Intanto sempre più villaggi cristiani subiscono razzie e incendi e i fedeli sono minacciati di morte se praticano il Cristianesimo, mentre la polizia rimane inerte. Secondo il governo dell’Orissa la situazione è “sotto controllo”, ma migliaia di indù legati al gruppo militante Vhp (Vishwa Hindu Parishad) non sembrano intenzionati a fermare le loro atrocità portate avanti al grido dello slogan: “Uccidete i cristiani e distruggete le loro istituzioni!”.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tanta violenza e odio, ci stringiamo ai nostri fratelli indiani perseguitati e preghiamo per loro e per la fine di questo orrore. Chiediamo anche a te di unirti alle nostre preghiere e agli aiuti concreti che vogliamo offrire ai padri salesiani presenti sul posto… con il nostro contributo potranno infatti sostenere la comunità cristiana indiana e accogliere i fuggitivi delle zone più colpite.
Aiutaci a far rinascere la pace.
Aiuta anche tu i nostri fratelli in difficoltà in India.

Don Pier Luigi Zuffetti
Associazione Missioni Don Bosco
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