Sabato 18 dicembre.
Si spengono le luci su Piazza Oriani, ed entrano i pastori. Si accende la musica, si riaccendono le luci e il Presepe prende vita. Una voce fuori campo narra la storia di Maria e Giuseppe, di come, attraversando monti e valli, giunsero ad una capanna, dove nacque Gesù bambino.
I pastori, ancora ignari di ciò che accadrà continuano nei loro lavori: c’è chi vende lana, chi vende stoffe, chi intaglia il legno, chi fabbrica cesti, ci sono i pescatori, intenti a pescare nel ruscello, i venditori di spezie, i vasai che con colori vivaci decorano vasi e ciotole, ci sono i fornai che sfornano soffice pane dal forno, c’è il mercato della frutta e l’osteria, c’è chi custodisce galline, oche e pecore, ricavando formaggio da quest’ultime, ci sono i muratori che mattone dopo mattone costruiscono una piccola casa, ed infine il lazzareto, dove gli ammalati di lebbra possono trovare conforto.
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