…Aveva un colore scintillante azzurro/blu con sfumature grigie, la vernice era assai costosa, quella da carrozzeria (Ferrari F40), con un DNA nella parte anteriore, una semiluna in rotazione appoggiata su di un’altra, una sfera di tubi color rame, tanti triangolini e due ali di ferro stilizzate che nella parte superiore svettavano verso il cielo.
Elisa non riuscì a trattenersi dalle lacrime quando alla premiazione il verdetto ci assegnò il secondo posto.
Ricordo che, comunque, quel giorno io vinsi lo stesso perché coronai un sogno di quando ero bambino, salire sul carro… non ci ero riuscito quando ci tenevo tanto…, quella volta alle elementari sarei potuto salire sul ‘Cavallo di Troia’ e vincere, ma non avrei capito…, sì non avrei capito l’impegno e la passione di chi costruisce un carro e che io stesso mi sarei successivamente appassionato a tal punto da tentare la costruzione di disparati modellini in polistirolo (poco proporzionati, che perdevano palline ovunque in casa) e a voler modificare tra un disegno e l’altro il logo delle ali che ora è il simbolo dell’ Input.
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