Cultura

Il 5 luglio esce ”Romagna mia!” il nuovo libro di Cristiano Cavina

Un nuovo libro per l’estate made in Casola Valsenio. Un nuovo testo da sfogliare sotto gli ombrelloni. È infatti in uscita nelle librerie il nuovo libro di Cristiano Cavina dal titolo ‘Romagna Mia!’. Dal 5 luglio prossimo il giovane scrittore di Casola Valsenio, balzato alle cronache letterarie nazionali con i suoi romanzi editi dalla casa editrice Marcos y Marcos, questa volta abbraccia una sfida nuova: quella del saggio. ‘Romagna mia!’ rientra infatti nella collana Contromano di Laterza e si caratterizza come pubblicazione saggistica in chiave pop ed ironica. Uno stile, quello della sana ironia, che da sempre caratterizza la scrittura di Cavina e che trova massima espressione proprio in questa rilettura ‘seriosa’ dell’essere e sentirsi personaggio di questa variegata terra chiamata, appunto, Romagna.
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Renato Soglia per il Festival internazionale delle bande musicali

Viene confermato anche quest’anno l’incarico di prestigio per il professore casolano Renato Soglia. L’ormai famoso compositore di musica per banda e autore di testi didattici editi da Ricordi Milano e da Fabbri scuola RCS Milano, sarà ancora ospite a Giulianova per il tradizionale appuntamento con il Festival internazionale delle bande musicali. Ancora una volta Renato Soglia ricoprirà così il ruolo di consulente musicale. Il concorso internazionale marchigiano, arrivato alla sua XIIIma edizione, si terrà dal 31 maggio al 03 giugno.
Questo evento rappresenta il più grande esempio di manifestazione di questo tipo che prevede la presenza di gruppi di musicisti provenienti da tutto il mondo ed in costume tipico.
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Viaggio agli antipodi – Nuova Zelanda 2011

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti, è puramente casuale.

Era il 13 Dicembre 1642, il navigatore olandese Abel Tasman, dopo aver scoperto la Tasmania, fu il primo europeo a raggiungere la Nuova Zelanda.

“Kia-ora…” (ciao, buongiorno, benvenuto) forse, l’accolsero proprio così.
Allo stesso modo in cui il popolo Maori, ha dato il benvenuto all’estrosissimo gruppo sbarcato in Nuova Zelanda più o meno il 26 Ottobre 2011. Una ventina di persone di faentina provenienza per la maggior parte, alcuni lughesi, un paio di casolani randagi, pare anche un evaso dal ghetto della bassa. Era il gruppo degli sbandieratori, dell’Antico Borgo Samorì.

La spedizione era salpata da Faenza, un giorno in cui la forma delle nuvole era quella di un poderoso veliero partito alla conquista dell’altra parte del mondo....
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Smontando i presepi a Valsenio….

Mentre ritiro alcuni dei presepi presenti all’esposizione natalizia nel chiostro di Valsenio mi rendo conto di che antico silenzio e di che fascino trasudi da ogni pietra del muro del chiostro… Se non fosse che ho il cellulare in tasca che ogni tanto, col suo beep, mi cementa al 2012, potrei anche credere di veder spuntare una bianca tonaca frusciante che parla in latinorum….
E così, fasciando bene ogni pezzo di presepe nella carta di giornale (ho scambiato le pagine dei rotocalchi, in modo che, fra un anno, le statuine possano far circolare notizie sempre diverse) rifletto sul gran numero di firme che colorano le pagine del registro messo come in ogni esposizione che si rispetti, a fungere da ‘diario di bordo’… sono davvero tante, segno che l’impegno e la volontà messi da don Sante, da Claudia, dai parrocchiani di Valsenio, dai miei amati Creativi sopra la Media è stata ben riposta e ripagata.
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IL RITORNO DI ROSE ROSSE

Solo a Casola può succedere che “Rose rosse” riceva più applausi di “Blowin’ in the wind” e “Auschwitz” messe insieme. E solo noi casolani sappiamo veramente chi cantava “Rose rosse”. E lo sanno anche i bambini casolani, o quelli che erano bambini quando già “Rose rosse” era un classico della canzone italiana, che tutti conoscono e canticchiano. E, in teoria, tutti sanno chi la canta. Ma tanti si sbagliano, eccetto i casolani. Massimo Ranieri? Quello di “Perdere l’amore”? Macché.
“Rose rosse” la canta Rose Rosse.

Magari non tutti poi conoscono il vero nome di Rose Rosse, al secolo Carlo Fabbri. Ma dopo la Serata ‘900 di martedì 27 dicembre la leggenda è destinata ad accrescersi e diffondersi fra nuove generazioni....
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Lapis Specularis: da Bologna a Monte Mauro

“Nella regione di Bologna, in Italia, s’incontranno piccole strisce inglobate nella dura roccia, però presentano comunque le stesse caratteristiche della pietra speculare. In Spagna si estrae da gran profondità per mezzo di pozzi e anche si trova in strati prossimi alla superfice della terra, incorporata nella roccia, dalla quale si estrae, strappandola o tagliandola…”

Plinio H.N. XXXVI, 161

Tra la metà del ‘500 ed il ‘700, diversi studiosi bolognesi: Aldrovandi, Ambrosini e Marsili, riprenderanno il passo di Plinio in numerose opere, distinguendo le diverse tipologie del gesso ed arrivando ad identificare nei colli di San Raffaele, l’attuale S. Ruffillo vicino a Bologna, uno dei probabili siti, cosi nel 1648 Ambrosini, basandosi sull’opera di Aldrovandi:
“ In primo luogo osserviamo selenite diafana di colore bianco estratta dal monte di S....
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LO SPEKKIETTO SUL NUOVO DIARIO

MEZZA PAGINA DEL NUOVO DIARIO PER LO SPEKKIETTO
Il Nuovo Diario Messaggero nel n. 46 del 10/12/2011 ha dedicato una mezza pagina a Lo Spekkietto/Specchio quale significativo esempio di stampa locale al servizio della comunità casolana oltre che del gruppo scout Casola Valsenio 1°.
Nell’articolo a pag. 28 (a firma di Nicola Montecalvo) vengono ricordate le tappe della lunga storia e dell’evoluzione del nostro giornale che si è saputo adeguare in tempi diversi a esigenze diverse, sempre mantenendo la freschezza, la serietà, la vivacità e l’attenzione alle vicende del paese e sempre ha saputo, grazie al gruppo scout ed agli amici collaboratori, impegnare i giovani nel non facile approccio alla gestione delle notizie e del loro commento....
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Tiberio i cocomeri e Monte Mauro

Lo scrittore romano Lucio Columella, ci racconta nel suo famoso trattato De Re Rustica sull’agricoltura romana, come l’imperatore Tiberio fosse ghiotto di una particolare zucca proveniente dall’asia minore chiamata cucumis, forse il nostro attuale cocomero, e di come ne volesse mangiare in ogni stagione.
Incaricati di risolvere questo problema gli agronomi dell’epoca pensarono di costruire delle cassette di legno, montate su ruote, da usare come vasi, dove piantare le piantine, e di ricoprirle di lastre di lapis specularis, la pietra traslucida che da pochi anni aveva fatto la sua comparsa, una pietra che avrebbe fatto passare la luce e allo stesso tempo protetto dal freddo....
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”SILENZIO”: MOSTRA DI NICOLA POZZI

Niko presenta SILENZIO
http://vimeo.com/33186360
‘Tutti abbiamo bisogno di silenzio, anche i musicisti.
Mi sono steso in mezzo al deserto a vedere le stelle, da quel momento ho sempre bisogno di silenzio.Natale non è regali, non sono le luci che ci accerchiano, quello che lo rende speciale ogni anno è un attesa silenziosa.
Prendetevi un po’ di silenzio.
Urlate un po’ di silenzio.
Cercate un po’ di silenzio.

8 dicembre 2011
SILENZIO
Ex convento dei frati Cappuccini Casola Valsenio, ore 17,30

La mostra rimarrà aperta fino al 22 dicembre dalle ore 18,30

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Hey Hey, My My…

Il 24 settembre 2011, ha festeggiato i 20 anni. Gli stessi che ha ora quel bambino che nuotava nudo in piscina dietro ad un biglietto da 1 dollaro. Oggi quel bambino ha un lavoro, ma come per tanti, il suo sguardo sarà quello disperato su un futuro che fatica a dispiegarsi. Quello sguardo, reso incendiario dalle canzoni di questo disco, Nevermind.

Alla gente di quel paesino piace la chiacchiera.
Una tragedia che colpisce qualcuno di quello stesso paesino. L’intoppo che rovina qualcosa. Quello che va a letto con quella e viceversa
L’interesse della gente di quel paesino, si smorza così in fretta che si può essere condannati anche per questo:
-L’essere complici di qualche parola messa in fila l’una dietro all’altra....
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LA CHIESA PARROCCHIALE DELLA BEATA VERGINE ASSUNTA detta la Chiesa di Sopra

Carissimo, questi sono anni particolari per i ricercatori di notizie storiche sul nostro paese. Prima il restauro della Chiesa di Valsenio, di cui ti parlerò in seguito, poi i lavori di restauro per la Chiesa di Sopra che tu mi chiedesti di seguire con attenzione perché avrebbero potuto portare a scoperte rilevanti. A tal riguardo ho interessato i due Sindaci di Casola che si sono succeduti da quando si è iniziato a parlare di lavori di restauro della Chiesa di Sopra ed ho fornito a loro i documenti in mio possesso, gli stessi che avevamo guardato insieme varie volte.
Oltre al libro di Padre Serafino Gaddoni del 1929 che descrive nei dettagli la storia della chiesa e le sue caratteristiche, forse il documento più importante che abbiamo è la descrizione dettagliata della pianta della Chiesa di Sopra fatta fare nel 1741 dal Vescovo Marelli in occasione della sua visita pastorale a Casola.
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Sulle miniere di Lapis Specularis in Italia

Cominciate in modo estemporaneo, le ricerche sul vetro gessoso e la grotta della Lucerna, mi hanno col tempo portato a domandarmi se potessero esserci altre grotte, in cui rintracciare tracce di lavorazione mineraria.
L’altro giorno Beppe mi ha parlato della Sicilia, e di un passo in un libro di viaggio che citava la presenza del Lapis Specularis. Ho subito pensato che sì, in Sicilia di gesso se ne trova e anche parecchio, ma che se qualcuno fosse a conoscenza di una tale miniera, l’avrei trovato nelle ricerche fatte in precedenza. Eppure la cosa non quadrava. Riprendendo il passo della Storia Naturale in cui Plinio parla della pietra e racconta la sua esperienza diretta in una di queste miniere, viene chiaramente citata la presenza di giacimenti oltre che in Spagna, Africa e Cipro anche in Sicilia....
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Confratelli di S.Antonio alla Chiesa di Sopra

All’inizio non c’avevo pensato, vedendo quei due piccoli oggetti, era venuto il dubbio, a me e ai due archeologi, che si potesse trattare delle sepolture dei membri di una confraternita o qualcosa del genere. In fondo si trattava, anche se povere, di tombe singole e non di ossari comuni.
I grani di rosario, le medagliette ed il piccolo crocifisso in bronzo, sono materiali comuni nelle sepolture, anche se il periodo è incerto, si possono ricondurre ad un arco tra il ‘600 ed il ‘700. Ma quei due piccoli pendenti di pietra erano veramente strani. Un piccolo teschio verde, grande come un grano da rosario, un centimetro o poco più, e poi quel piccolo personaggio di pietra nera, lucida forse ossidiana, dalle fattezze di un monaco, con bastone e mantello, tre, quattro centimetri, da appendere anche lui al collo o alle collana del rosario.
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