Il 5 luglio esce ”Romagna mia!” il nuovo libro di Cristiano Cavina
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Ogni riferimento a fatti realmente accaduti, è puramente casuale.
Era il 13 Dicembre 1642, il navigatore olandese Abel Tasman, dopo aver scoperto la Tasmania, fu il primo europeo a raggiungere la Nuova Zelanda.
“Kia-ora…” (ciao, buongiorno, benvenuto) forse, l’accolsero proprio così.
Allo stesso modo in cui il popolo Maori, ha dato il benvenuto all’estrosissimo gruppo sbarcato in Nuova Zelanda più o meno il 26 Ottobre 2011. Una ventina di persone di faentina provenienza per la maggior parte, alcuni lughesi, un paio di casolani randagi, pare anche un evaso dal ghetto della bassa. Era il gruppo degli sbandieratori, dell’Antico Borgo Samorì.
La spedizione era salpata da Faenza, un giorno in cui la forma delle nuvole era quella di un poderoso veliero partito alla conquista dell’altra parte del mondo....
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Solo a Casola può succedere che “Rose rosse” riceva più applausi di “Blowin’ in the wind” e “Auschwitz” messe insieme. E solo noi casolani sappiamo veramente chi cantava “Rose rosse”. E lo sanno anche i bambini casolani, o quelli che erano bambini quando già “Rose rosse” era un classico della canzone italiana, che tutti conoscono e canticchiano. E, in teoria, tutti sanno chi la canta. Ma tanti si sbagliano, eccetto i casolani. Massimo Ranieri? Quello di “Perdere l’amore”? Macché.
“Rose rosse” la canta Rose Rosse.
Magari non tutti poi conoscono il vero nome di Rose Rosse, al secolo Carlo Fabbri. Ma dopo la Serata ‘900 di martedì 27 dicembre la leggenda è destinata ad accrescersi e diffondersi fra nuove generazioni....
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“Nella regione di Bologna, in Italia, s’incontranno piccole strisce inglobate nella dura roccia, però presentano comunque le stesse caratteristiche della pietra speculare. In Spagna si estrae da gran profondità per mezzo di pozzi e anche si trova in strati prossimi alla superfice della terra, incorporata nella roccia, dalla quale si estrae, strappandola o tagliandola…”
Plinio H.N. XXXVI, 161
Tra la metà del ‘500 ed il ‘700, diversi studiosi bolognesi: Aldrovandi, Ambrosini e Marsili, riprenderanno il passo di Plinio in numerose opere, distinguendo le diverse tipologie del gesso ed arrivando ad identificare nei colli di San Raffaele, l’attuale S. Ruffillo vicino a Bologna, uno dei probabili siti, cosi nel 1648 Ambrosini, basandosi sull’opera di Aldrovandi:
“ In primo luogo osserviamo selenite diafana di colore bianco estratta dal monte di S....
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MEZZA PAGINA DEL NUOVO DIARIO PER LO SPEKKIETTO
Il Nuovo Diario Messaggero nel n. 46 del 10/12/2011 ha dedicato una mezza pagina a Lo Spekkietto/Specchio quale significativo esempio di stampa locale al servizio della comunità casolana oltre che del gruppo scout Casola Valsenio 1°.
Nell’articolo a pag. 28 (a firma di Nicola Montecalvo) vengono ricordate le tappe della lunga storia e dell’evoluzione del nostro giornale che si è saputo adeguare in tempi diversi a esigenze diverse, sempre mantenendo la freschezza, la serietà, la vivacità e l’attenzione alle vicende del paese e sempre ha saputo, grazie al gruppo scout ed agli amici collaboratori, impegnare i giovani nel non facile approccio alla gestione delle notizie e del loro commento....
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Lo scrittore romano Lucio Columella, ci racconta nel suo famoso trattato De Re Rustica sull’agricoltura romana, come l’imperatore Tiberio fosse ghiotto di una particolare zucca proveniente dall’asia minore chiamata cucumis, forse il nostro attuale cocomero, e di come ne volesse mangiare in ogni stagione.
Incaricati di risolvere questo problema gli agronomi dell’epoca pensarono di costruire delle cassette di legno, montate su ruote, da usare come vasi, dove piantare le piantine, e di ricoprirle di lastre di lapis specularis, la pietra traslucida che da pochi anni aveva fatto la sua comparsa, una pietra che avrebbe fatto passare la luce e allo stesso tempo protetto dal freddo....
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8 dicembre 2011
SILENZIO
Ex convento dei frati Cappuccini Casola Valsenio, ore 17,30
La mostra rimarrà aperta fino al 22 dicembre dalle ore 18,30
Il 24 settembre 2011, ha festeggiato i 20 anni. Gli stessi che ha ora quel bambino che nuotava nudo in piscina dietro ad un biglietto da 1 dollaro. Oggi quel bambino ha un lavoro, ma come per tanti, il suo sguardo sarà quello disperato su un futuro che fatica a dispiegarsi. Quello sguardo, reso incendiario dalle canzoni di questo disco, Nevermind.
Alla gente di quel paesino piace la chiacchiera.
Una tragedia che colpisce qualcuno di quello stesso paesino. L’intoppo che rovina qualcosa. Quello che va a letto con quella e viceversa
L’interesse della gente di quel paesino, si smorza così in fretta che si può essere condannati anche per questo:
-L’essere complici di qualche parola messa in fila l’una dietro all’altra....
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Cominciate in modo estemporaneo, le ricerche sul vetro gessoso e la grotta della Lucerna, mi hanno col tempo portato a domandarmi se potessero esserci altre grotte, in cui rintracciare tracce di lavorazione mineraria.
L’altro giorno Beppe mi ha parlato della Sicilia, e di un passo in un libro di viaggio che citava la presenza del Lapis Specularis. Ho subito pensato che sì, in Sicilia di gesso se ne trova e anche parecchio, ma che se qualcuno fosse a conoscenza di una tale miniera, l’avrei trovato nelle ricerche fatte in precedenza. Eppure la cosa non quadrava. Riprendendo il passo della Storia Naturale in cui Plinio parla della pietra e racconta la sua esperienza diretta in una di queste miniere, viene chiaramente citata la presenza di giacimenti oltre che in Spagna, Africa e Cipro anche in Sicilia....
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