Parole allo specchio

La sua divina simmetria

Forse è solo un tentativo istintivo di non rassegnarsi al degrado. Quelle case che il marcio comincia ad abitare, e quella struttura che mai è stata utilizzata, sono piene di tacito malumore. Le prime sono poco distanti dal cimitero, la seconda, è nel parco nato sulle gloriose ceneri del vecchio campo sportivo. Dovevano essere abitazioni, doveva essere lo spogliatoio del campo da tennis/calcetto. Sono carcasse vuote, piene di amarezza. Si spera sempre di veder qualcun altro agire per nome e per conto proprio. Se uno si chiede dov’è il progresso e quale sia la sua essenza, bè, sicuramente non qui. Più facile tacere e guardare altrove....
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Anno nuovo, Vita nuova

Anno nuovo, vita nuova.
Sarà per colpa di questi vecchi proverbi…sarà perchè dobbiamo ritualizzare, celebrare, “cerimoniare” le cadenze del tempo, perchè il tempo non scada di valore.
Sarà perchè quando c’è qualcosa che finisce dobbiamo necessariamente dare inizio a qualcos’altro…
Date che misurano i passaggi della vita. Giorni che hanno un’identità per distinguersi da tutti quegli altri, sommersi nelle pieghe del quotidiano.< br />E noi, all’approssimarsi di questi periodi, abbiamo bisogno di fare bilanci, fare ordine nella nostra contraddittoria esistenza e ci diciamo, quasi credendoci, tutto quello che dobbiamo fare per essere “nuovi”, e quindi migliori.
E così, con l’avvicinarsi dell’anno nuovo, cerchiamo l’opportunità di porci obbiettivi lungimiranti ma, quanto meno, scontati: fare la dieta, lottare per riguadagnare la forma fisica, smettere di fumare, fare le scelte che da tanto tempo abbiamo rimandato perchè è così comodo prorogare!...
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Edith Bruck: testimonianza di una sopravissuta ad Auschwitz

La celebre scrittrice, intervistata da Bethany Marston*

Edith Bruck, nata nel 1932 in Ungheria, e’ una donna meravigliosa. Io sono in grado di dirlo, perché l’ho conosciuta personalmente la scorsa estate.
E’ meravigliosa perché ha scritto libri e poesie in una lingua non sua, e’ meravigliosa perché queste opere hanno vinto vari premi, ma, sopratutto e’ meravigliosa perché queste opere parlano della sua vita, del suo passato inspiegabile, la Shoah. Parlano della sua, meravigliosa, sopravvivenza.

Mercoledì 11 agosto è stato il giorno in cui la sua storia e’ diventata anche la mia. Sono arrivata a casa sua a Roma e abbiamo parlato per più di due ore....
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Sorpresa di Natale

Natale è vicino: si fa ordine in casa! Oh, la stupefacente energia che ci prende quell’unica volta all’anno, in casa nostra! (di solito le pulizie si fanno a Pasqua!)
Improvvisamente si fa largo la voglia di rimettere un po’ a posto quel gran bazar che è la nostra dimora.
E’ così che si notano (e si raccolgono) quelle 20/25 sciarpe che circolano nei posti più impensati, come innocui serpenti colorati.

E poi si “notano” quei 30/35 copricapo che comprendono:
1 berretto viola, 1 colbacco di pelo di coniglio, 6 o 7 “ciribiricoccole”con il pon pon sbilenco, 1 fez, 1 velo da suora e un cappello da cow boy, senza contare berretti di ogni foggia o tipo....
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LA FESTA DEI MARRONI

Oggi ho scoperto cosa significa il detto “alzarsi con il piede sinistro”. E’ domenica 10/10/2010. anche alla TV hanno detto che il 10 è un numero perfetto. Prima della Tv lo diceva anche quel brav’uomo di Pitagora, che di numeri s’intendeva assai.

Fuori ottobre splende, a Casola c’è la Festa dei Marroni, anche se tutti vanno a Palazzuolo.

Mi alzo. Vado in cucina e, prima di fare il caffè, guardo compiaciuta il mio vaso d’argilla che si sta asciugando sul tornio. Dovrebbe essere quasi a posto: provo a sollevarlo per staccarlo e….track! il vaso si stacca di colpo dalla base, lasciandoci appiccicato tutto il centro del piedistallo….NOOOO!!!!...
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Lei e lui

Casola Valsenio d’estate. E spesso, a rotolare per il paese, sono veramente le balle di fieno che arrivano direttamente dal west. Anche la civiltà, scompare. Le sedie dei bar sono vuote. La piscina è il rifugio per chi non deve rimanere a casa. Il tempo è lento, il volume è basso.

E allora, i pensieri, possono correre a lei e a lui. Non c’è nessuno, solo loro due. Perché è una storia d’amore. E le storie d’amore, o ti fanno ridere, o ti fanno piangere. E’ una stupida storia d’amore, lei, non sa cosa pensare.
Il parlarne, equivarrebbe a un tradimento....
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PICCOLO RE

Pubblicato in “spela bollen, jag ar fri!” malmo 2007

Nei fatti fu lei che mi lasciò. Quel giovedì piovoso, quando aprii la porta, respirai che lei non c’era. Rimasi nel buio per un po’, seduto sulla poltrona. Poi mi cucinai due uova per cena. Quanto l’avessi amata non è scritto, però, sembrava molto. Per diversi anni facemmo tutto dell’amore. Come donna era perfetta…

Facevo il rappresentante di abbigliamento. Messa via quella laurea, avevo iniziato con un tale, guidavo una vecchia Polar e consegnavo i vestiti ai negozi. Poi mi misi in proprio. Ora andavo alle collezioni a Firenze, Roma, Milano, e sebbene non avessi talento, con gli anni avevo accumulato la mia esperienza....
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Estate 2009 – Capossela in Faenza

Vinicio Capossela e l’orchestra Gigante, Piazza del Popolo in Faienza.

Malaccompagnato in mezzo a vorticosi flussi di sentimenti, tra gli altri, dai faentini Antonio Gramentieri (direttore artistico di Strade Blu) e Ivan Franceschini alla fisarmonica. Dai forlivesi Enrico Farneti alla tromba (Goodfellas) e Pepe Medri (dalla scuola di musica popolare di Forlì).

Ci siamo visti passare, noi da una parte e Vinicio Capossela dall’altra. In una Piazza del Popolo accesa di calore, sfornato dalle sue numerose mattonelle. Con l’aria secca e arida di soffi di vento. Con il cielo pieno di stelle e ancor più bello, perché libero dal solito schema quotidiano....
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hEy – Da Oslo a Copenhagen

C’è chi lo ha scritto su un foglietto, il suo viso, è bello come quello di una Principessa.
Il caffè che accompagna il risveglio del giorno. I passi che si dissolvono come fossero all’interno di una trincea. La voce che si dilata nel silenzio.
Il ritratto, è di una persona che si dondola tra pazzi simboli del nostro destino.
Nella sua casella, popola la solitudine.

L’espressione desta una sorta di un’invincibile ripugnanza, ed evoca sinistri rumori.

Una finestra s’oscura, un’altra s’illumina.

Una luce che comincia dove finisce quell’ombra, che nasce e si allunga da un silenzio pieno di indignazione.
La memoria di tutto quello che si è vissuto in pochi giorni, non smette di essere materia di ispirazione....
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XV (l’unica cosa logica, senza logica)

La musica è di quel vecchio disco di Conor Oberst…
canzoni che fanno da coperta ad un po’ di solitudine, nate in una lontana Valle Mistica, in Messico.
Sono arrivate fino a qua, in questo piccolo paese, dove coprono di blu tutto quello che riempie le strade.
Il luogo dove le persone non riescono a dare una risposta che non sia gridare più forte dell’altro.
Sono giorni di festa, senza una ferrea tabella di marcia da rispettare.

E quando si lavora si lavora, mica si sta a pettinare le bambole.
Un tarantolato luna park chiamato Sausalito, dove bancarelle schizzate frullano avanti e indietro senza pace....
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Il grembiulino

Nel 1979 ragionavo già con la mia testa e pensavo che il grembiulino fosse uno scempio oltre che all’intelligenza di un bambino, anche al gusto e al decoro pubblico.
Un conto è una divisa ‘all’inglese’, un conto è un grembiule da infermiere comprato in una merceria di provincia.
Ora una signorina in elegante tailleur vorrebbe uniformare i gusti e soprattutto le menti dei nostri bambini, abbigliandoli come fossero degli apprendisti barbieri.

Beh, io nel 1979 pensavo di meritare qualcosa di meglio che un grembiulino azzurro.
Nel 2008, invece, un decreto imporrà a tutti di sembrare dei garzoni di bottega.

Emanuele Marfisi

P.S.

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MATURITA’

Ogni inizio estate si rinnova il rito della maturità: il calendario degli esami, il toto-tema, i voti di ammissione, le giornate passate a studiare in compagnia, i consigli di chi si è maturato l’anno prima, la saggezza di chi si è maturato un sacco di anni prima, le tecniche più raffinate per riuscire a copiare, la cartucciera, le penne con l’inchiostro simpatico, i suggerimenti dei compagni secchioni.

Così per tutte le ragazze e i ragazzi che si devono immolare ad uno dei pochi riti di passaggio rimasti pressochè tali e quali da qualche decennio a questa parte, le sensazioni sono sempre le stesse: ansia, paura di non farcela, rimorso per il poco studio profuso durante l’anno appena finito, la sensazione di essere inadeguati ad una prova tanto ardua, la voglia che tutto finisca al più presto, un desiderio incontrollato di aggrapparsi a qualcosa di sicuro....
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I CICLODISPERATI NEL CONERO

“Vai Girardengo, vai grande campione nessuno ti segue su quello stradone…” era il ritornello di una canzone che raccontava di biciclette e tradimenti, di un campione e un bandito, di chi corre per rabbia o per amore.
Non so se Filippo accettò per rabbia o per amore, in ogni caso la scelta fu coraggiosa.
Cosa c’è di peggio di un week-end di fine dicembre in mountain-bike sul Monte Conero?

Forse qualcosa di peggio esiste, ma se si aggiunge “in compagnia di 4 casolani sprovveduti” il cerchio delle alternative si stringe prepotentemente.
Non so quale sia il livello sottostante alla categoria “cicloamatore”, ma una cosa è certa: noi facevamo parte di quella schiera più bassa e indefinita: rozzi, ineleganti e soprattutto poco allenati....
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