Autore: PierUgo Acerbi

Fabbricare un mito

 
A volte, quando si deve scrivere la storia, diventa veramente incredibile il numero di contrasti presenti nella documentazione sopra la quale si tenta di ricostruire il passato. È il caso di Ernesto Guevara de la Serna, sopranominato “el Che”. Con lui ci troviamo addirittura di fronte al drasticamente opposto. Da una parte l’immagine del mito, dall’altra quella di un vero e proprio apostolo della violenza. Fermo restando la prima, che ci è famigliare, vorrei invece riportare il risultato della mia modesta ricerca a proposito della seconda. Consideriamo, per esempio, quanto testimonia l’istruttore Miguel Sanchez, che lo conobbe nel periodo dell’addestramento para-militare in Messico: “Il Che era un avventuriero senza patria e senza ideale… solo per circostanze del tutto accidentali si ritrovo nel nostro campo di addestramento.
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ОЙ, МОРОЗ МОРОЗ – Советский мороз

È uscito per la Emil Editrice di Bologna, il romanzo di Pier Ugo Acerbi:

OI, MAROS MAROS                              

Pier Ugo, per i casolani il De, per molti anni ha svolto la sua attività lavorativa all’estero, avviando gli impianti industriali che una nota azienda cooperativa imolese installa in tutto il mondo. Come già per il precedente “… RITORNO IN MAGGIO”, anche quest’ultimo libro trova ispirazione tra i ricordi di un trasfertista, e tra fantasmi di un mondo che non esiste più.

Kromtau, Kazakhistan, URSS. Inverno del 1990, un inverno particolarmente freddo anche per le abitudini della gente, forte e caparbia, che vive da quelle parti.

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Vaccini e Fate

Come si può leggere in bibliografia (Advances in Experimental Social Psychology 2011, Vol. 44, Cap. 5 Pag. 247) l’effetto Dunning-Kruger descrive una alterazione cognitiva che causa la sopravalutazione del proprio giudizio quando non si è oggettivamente esperti dell’argomento trattato. Per altro, professionalità e competenza sono spesso causa della distorsione inversa: conoscere bene e saper valutare la complessità dell’argomento può indurre l’individuo ad una eccessiva prudenza, il ché, tra le altre cose, diminuisce le sua capacità di convincimento presso gli altri. Questa teoria è stata esposta in maniera scientifica (avvalorata da sperimentazione) solo nel 1999, ma in realtà la saggezza antica dei nostri padri l’aveva anticipata molto prima. ...
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Al di qua del mare

Premetto che lo spirito solidale espresso nella bella poesia di Riccardo è condivisibile e meritoria. Vorrei però sottolineare che scappare dalla guerra attraversando il mare, tra l’altro prendendosi il rischio di finire annegati, non è l’unica opzione. “Al di la dal mare”, parlo dal nostro punto di vista, non tutto è inferno. Esistono nazioni come la Turchia, la Tunisia, l’Algeria e addirittura il Sud Africa per i profughi etiopi e somali, che sono molto più accessibili dell’Italia e dove è possibile trovare un rifugio sicuro per la propria vita e per la propria dignità. L’intenzione espressa da chi preferisce invece “attraversare il mare” è chiara.

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Si o No – una riflessione sul referendum

“L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”.

Questa frase è stata pronunciata da Franklin Delano Roosevelt in occasione del suo discorso di insediamento come presidente degli Stati Uniti d’America (primo mandato, 1932).

Il contesto a cui si riferiva riguardava la Grande Depressione del 29 e, in particolare, un sentimento popolare, diffuso e maggioritario in quel periodo, contrario a qualsiasi contromisura da prendere per tentare di rimediare alla crisi… si diceva che il pericolo di sbagliare era troppo alto, e con questo, finire ancora più in basso. Il prodotto della tesi, a fronte di un torrente in piena di parole, fu un lungo periodo di un immobilismo di azione quasi assoluto.

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Il Papa: “No a chi ama cani e gatti e ignora le sofferenze dei vicini” (Discorso del 14 maggio durante l’udienza giubilare a San Pietro)

Questa volta, la considerazione di Papa Francesco è scelta male. Infatti, è  più facile trovare indifferenza, verso le sofferenze del prossimo, a casa di chi non ama gli animali, piuttosto del contrario. Questo concetto è espresso molto chiaramente dalle seguenti persone:

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. (Gandhi)

Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà. (Emile Zola)

Nessuno dovrebbe tollerare che vengano inflitte agli animali delle sofferenze e neppure declinare le proprie responsabilità. Nessuno dovrebbe starsene tranquillo pensando che altrimenti si immischierebbe in affari che non lo riguardano.

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A proposito di ebraismo

La religione ebraica è, tra le religioni monoteiste che esprimono un dio personale, quella più stimolante per l’intelletto. La continua rilettura dei testi sacri, di per sé, non è un pratica nel solo ebraismo, tuttavia è solo nell’ebraismo che, di volta in volta, viene accompagnata dalla rielaborazione interpretativa dal credente. Lo scopo di questo esercizio è trovare la “matematica del creato”. Il devoto è infatti convinto che la chiave per la comprensione del significato profondo del Verbo Divino, quello che oltrepassa la lettura esplicita del testo sacro, si trova nella scienza dei numeri. Pertanto si impegna costantemente ad elaborare, all’interno della parola, della frase, della pagina, dell’intera Torah, un algoritmo in grado di restituire “…il nucleo, la vera essenza dell’universo”.

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Statue “ nude” coperte… ciò che l’ Europa non avrebbe mai avuto

Negli Ahadith, si può leggere la seguente frase:

“Tra i mussulmani ci saranno certamente persone che commetteranno adulterio, indosseranno vesti di seta, berranno alcool e si diletteranno al suono di strumenti musicali…”

Questa constatazione del Profeta nei riguardi della debolezza umana, è associata ad una semplice lista che vuole essere esemplificativa dei comportamenti e delle cose esecrabili. Come si può notare, tra adulterio e alcool, compaiono anche vesti di seta e musica. Il richiamo non è marginale perché, a proposito dell’etica di comportamento, appare in altri numerosi decreti, tali sono considerate le asserzioni attribuite al profeta.

Alla stessa maniera, se ispirate alla raffigurazione del mondo naturale, l’Islam condanna la scultura e la pittura.

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Campo Sportivo: perché andare su quando si può andare giù?

Mi collego ad una delle ipotesi che ho letto nell’articolo di Alessandro Righini: “tentare con un intervento strutturale importante, quale quello della costruzione di un muro di contenimento e di sicurezza che parta dal livello del fiume e giunga all’altezza dell’area di gioco del Nannini, di recuperare la funzionalità della struttura“. Su questa stessa linea, quella del recupero di tutte le importanti infrastrutture, esiste un’altra possibile opzione, che ho malamente tentato di abbozzare nel disegno allegato. In pratica, invece di tornare in alto costruendo un “Muraglione”, si potrebbe andare in basso realizzando due (o più) piani con una struttura tipo gradoni.

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Replica dovuta, poi passo e chiudo

Egregio Giacometti,

sono d’accordo con Lei: il tentativo di dialogo per comprendere le ragioni dell’altro è sempre meritorio. Tuttavia il dialogo ha soprattutto valore quando non è fine a se stesso; ciò significa che una conclusione è desiderabile. E questo è il punto… il giudizio finale non deve essere obbligatoriamente comprensivo, come del resto il comportamento che ne deriva non deve essere necessariamente tollerante. Se così non fosse la ragione sarebbe di tutti, anche di quelli che negano la pari dignità tra uomo e donna, tra credente e infedele.

Per quanto riguarda, come Lei sostiene, la mia negatività eccessiva, vedremo nel tempo, mi auguro che la sua impressione sia quella corretta.

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Eh no…

Caro Giacometti,

la superficialità presuppone sprovvedutezza e, può esserne certo, io non sono una persona sprovveduta.

Quanto al fatalismo, è il fatalismo stesso ad essere connaturale all’animo dei mussulmani. A tal proposito le chiedo di leggersi, o rileggersi con maggiora attenzione se già lo ha fatto una prima volta, il mio precedente articolo ”Musulmani: integrazione e limite”: vedrà che straborda di fatalismo. Ma la prego anche di notare come l’articolo sia scritto con una serie di annotazioni che riguardano non opinioni personali ma l’escatologia islamica, come essa stessa viene predicata in moschea (comprese quelle considerate moderate). In effetti un fedele mussulmano avrebbe potuto scrivere quasi le stesse cose… a parte il tema dell’inganno che, ovviamente per sua natura, si presta all’ambiguità....
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Migrazione, disagio e religione

Tra i tanti commenti letti sui giornali o sentiti alla TV in questi giorni, sono frequenti quelli, eccellentissimi e reverendissimi, che considerano come l’unico comportamento eticamente corretto nei confronti del migrante sia l’accoglienza senza alcuna condizione… considerazione nobile, che però trascura due fatti: questa gente è una vera moltitudine ed è facile trovare, tra loro, chi possiede una identità culturale e un senso della legalità addirittura contrapposto al nostro. La percentuale di persone che rispondono a questo ritratto non è trascurabile, ed appartiene in particolar modo ai migranti di religione mussulmana provenienti da Medio Oriente e Africa.  

Nell’attuale condizione delle coste e dei confini italiani, si è venuta a creare una emergenza umanitaria che, nella sua drammaticità, impedisce di valutare la reale portata del fenomeno proiettato nel futuro....
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