Intervista a Matteo Cenni – Il basket come alternativa per i giovani

Qual è la situazione attuale del basket giovanile nelle zone di Casola Valsenio, Riolo Terme e Palazzuolo sul Senio? È uno sport in crescita o fatica ancora a emergere rispetto al calcio?

La situazione attuale è il frutto di una fusione tra due realtà completamente diverse e direi quasi agli antipodi: il G.S. Basket Riolo Terme e il Basket Insieme Palazzuolo.

Il G.S. é una società consolidata affiliata alla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) presente fin dagli anni ‘80 capitanata da “Chicco” Federico Cavina, un’istituzione tra gli istruttori, mentre il Basket Insieme Palazzuolo è un idea nata da me e Rodo 3 anni fa per proporre un attività sportiva alternativa a Palazzuolo che potesse accogliere  contemporaneamente ragazzi e ragazze in un contesto di piccolo paese.

Dopo il primo anno in cui facevamo solo allenamenti tra di noi abbiamo iniziato a far partecipare i ragazzi di Palazzuolo alle partite del Riolo fino alla stagione 2024 dove abbiamo deciso che diventare un’unica scuola basket che coprisse l’intera vallata del Senio era una bella opportunità.

Ora come G.S. Basket Riolo Terme proponiamo attività settimanalmente a Riolo, Casola e Palazzuolo con 80 bambini nel complesso, partecipiamo a 3 campionati: Aquilotti 2014/15/16 esordienti 2014/15 e under13 2012/2013 , partecipiamo inoltre alle attività di concentramento scoiattoli per 2018/2019 e facciamo attività propedeutica per la scuola materna 2019/2020.

Spesso i ragazzi iniziano a praticare sport con il calcio. Perché secondo te il basket può essere una valida alternativa, soprattutto in comunità più piccole?

Il minibasket (attività che copre dalla 1^ elementare alla seconda media) è uno sport completo che sviluppa atleticamente tutte le parti del corpo, ha inoltre un forte impatto positivo sullo sviluppo cognitivo.

È uno sport di squadra dove la collaborazione tra i compagni è fondamentale e molto intensa, si gioca al coperto (in vallata l’inverno è lungo…), ammette la contemporaneità di maschi e femmine in tutte le categorie, si gioca in quattro a turno tra i 12 componenti la squadra.

C’è una palla che rimbalza e già il fatto che ti torni in mano quando tu la continui a spingere ti indica che ti puoi fidare di lei e se la incontri quella palla, la più grande di tutti gli sport, non la lascerai mai più, ti seguirà ovunque, se anche ti ostini a tirarla in alto, che tu faccia canestro o no, tornerà da te.

Esiste qualcosa di più fedele al mondo di una palla da basket?

Oltre all’aspetto sportivo, quali valori educativi e sociali trasmette il basket ai ragazzi? Noti differenze nel loro atteggiamento dentro e fuori dal campo?

L’Italia ha un grosso problema di cultura sportiva, il concetto che lo sport è palestra di crescita in cui compagni, avversari, arbitri e tifosi sono tutte componenti importanti e necessarie (e da rispettare) perché si possa gareggiare non è troppo diffuso…..

Detto questo però da qualche anno la FIP ha lanciato il progetto “minibasket for life “ dove ha rivoluzionato il modo di insegnare il minibasket partendo da due presupposti : 1) i bambini di oggi hanno grossi problemi motori e relazionali, fanno una vita sedentaria e sono più soggetti alla frustrazione, hanno pochi momenti di condivisione. 2) il gioco sport minibasket vuole proporsi come mezzo per aiutare i bambini a crescere consapevoli e indipendenti nel rispetto di sé stessi e degli altri, si vogliono creare delle persone prima dei giocatori.

Da qui ne segue l’obbligo di avere solo istruttori qualificati che abbiano frequentato i corsi e superato gli esami (al momento siamo 3 e il prossimo anno saremo 4), che propongono un metodo inclusivo che cerca di proporre una “attività obliqua” dove ogni bambino/a deve essere in grado di portare a termine il compito assegnato in base alle proprie potenzialità in armonia col collettivo.

Tutta l’attività è orientata allo sviluppo motorio e cognitivo utilizzando come strumento i fondamentali del basket.

Il basket stesso si mette in secondo piano in funzione dei bisogni del bambino.

Se impari a rispettare compagni ed avversari poi hai un approccio corretto anche nelle situazioni fuori dal campo, la competizione non è esasperata, volutamente per le categorie più piccole non viene stilata la classifica proprio per togliere pressione e rendere la vittoria un obbiettivo secondario.

In che modo il basket favorisce inclusione e aggregazione, rispetto ad altri sport più praticati? Ci sono esempi concreti di come abbia aiutato ragazzi a integrarsi meglio?

Come accennato prima il metodo che viene insegnato si basa sulla proposta di giochi aperti dove il bambino deve avere più modalità di risolvere il problema proposto, dalla più facile alla più difficile in base alla potenzialità della bambina o del bambino stesso.

Non vengono proposti esercizi funzionali fini a se stessi dove vengono ripetuti i gesti tecnici.

Questo metodo mette tutti sullo stesso piano, aiuta a credere in se stessi e crea un clima positivo dove non c’è frustrazione o ansia da prestazione.

Un esempio terra terra è il punteggio easybasket per i più piccoli: quando tirano viene assegnato un punto se colpiscono il tabellone o il ferro e 2 punti se fanno canestro.  Sembra una banalità ma in realtà il mini atleta che ancora non ha la forza per un tiro preciso farà salti di gioia per il suo punto fatto con un tiro che 10 anni fa sarebbe stato considerato semplicemente un errore, creando quindi una piccola frustrazione nel tornare a casa ogni sera a zero punti.

Tra le altre cose che favoriscono l’inclusione non è da sottovalutare il fatto che bambine e bambini fanno attività insieme, anche agonistica, fino ai 13 anni.

L’impostazione delle partite è organizzata in modo tale che i 12 che compongono la squadra debbano giocare lo stesso numero di tempi, mi è capitato più di una volta che fossero gli stessi bambini a dirmi “io ho già fatto due tempi, tocca a … che ne ha fatto solo uno”.

Ne segue che sia i più bravi che i meno bravi hanno un impatto limitato in positivo e in negativo per entrambe le squadre e la sfida diventa più equilibrata.

Mi chiedevi un esempio concreto di aiuto all’integrazione dei ragazzi?  Facile: tra di loro i compagni di squadra non conoscono differenze di lingua, di colore, di etnia…..sono solo, e saranno per sempre, i loro compagni di gioco !!

Hai visto storie di giovani che, grazie al basket, hanno trovato un’opportunità o hanno cambiato il loro percorso in positivo?

L’esperienza di Palazzuolo da questo punto di vista è stata molto bella.

Mai avrei pensato che due ragazzi arrivati una sera in palestra rispondendo al nostro volantino trovato in un bar, due anni dopo avrebbero debuttato a Faenza al pala Bubani in una partita di under13.

Se abbiamo cambiato il loro percorso non te lo so dire, ma posso dire, dati alla mano, che l’abbandono è pari allo zero, quindi qualcosa che gli crea un po’ di emozione questo sport lo sa dare.

Quali sono le principali difficoltà nel promuovere il basket tra i più giovani e le loro famiglie? Pensi che ci siano ancora pregiudizi su questo sport?

A volte il luogo comune “cosa vai a giocare a basket che non sei alto” trova ancora credito.

Il minibasket è un gioco istintivo che si basa sull’1 contro 1, dove spesso è un corri e tira a canestro e i più piccoli e veloci risultano addirittura i più performanti nelle prime annate.

Poi è chiaro che il professionismo richiede una certa prestanza fisica, ma vi faccio una spoilerata: non uscirà mai un professionista dalla nostra scuola di basket e se per caso ne uscisse uno….. non sarà per merito nostro.    Scherzi a parte, il nostro obbiettivo è divertirci e crescere insieme, nelle nostre palestre c’è posto per tutti: il minibasket è un gioco-sport per bambini dai 5 ai 13 anni, alti, bassi, paffuti, minuti, l’unica caratteristica che non deve mancare è il sorriso.

Quali iniziative portate avanti per avvicinare più ragazzi al basket? Ci sono progetti, eventi o collaborazioni con scuole e comunità locali?

Facciamo diversi open day, soprattutto tra settembre ed ottobre, per invitare ragazze e ragazzi a provare le nostre lezioni, ma siamo ben contenti che chiunque venga a provare senza impegno in ogni momento presentandosi nelle nostre palestre negli orari di allenamento.

Partecipiamo ai campionati regionali durante l’anno e ai tornei primaverili ed estivi che vengono organizzati in tutta la Romagna.

Come istruttori FIP siamo abilitati a fare lezioni a scuola nel progetto del ministero dello sport “scuola attiva junior e kids”.

Un’altra fondamentale collaborazione è quella con la Grifo Teen Agers di Imola dove i nostri ragazzi possono proseguire il percorso dopo i 13 anni, oltre alla loro assistenza logistica per tutto quello che riguarda assicurazioni e tesseramenti.

Se dovessi dare un messaggio ai ragazzi e ai genitori che considerano solo il calcio come opzione, cosa diresti loro per invitarli a provare il basket?

Per noi è importantissimo che i bambini ed i giovani, tutti, nessuno escluso, facciano sport.  Come invogliarli a provare il basket?   È molto facile: immaginatevi nella vostra vita quando vi siete trovati ad avere un cartoccio di carta in mano da buttare e un cestino a qualche metro… vi è successo ammettetelo.

Se avete fissato il cestino, avete calcolato la parabola e l’avete lanciata avrete provato quel brivido, quell’attimo di emozione che ti ferma il respiro tipica del tiro a canestro. Non importa se è entrata o meno, per qualche decimo di secondo avete creduto che ce l’avreste fatta.

Amplificate tutto di un milione di volte , per centinaia di volte, con altri come te che attendono quel brivido con gli occhi fissi al ferro… in ogni caso devi sapere che la palla da basket è fedele e comunque tornerà sempre da te, ti darà un’altra possibilità per una nuova sfida, un nuovo tentativo, perché la vera vittoria è provarci ancora e mettersi continuamente in gioco, con una compagna così ne vale la pena no?