ciao Canzio
Il giorno 13 Settembre 2021 a Genova, dove risiedeva dagli anni sessanta, è morto Canzio Conti, Casolano di origini e di affetti. Maestro e professore di musica , clarinettista e docente di prestigio nel suo campo, diventato da molti anni, per passione, anche valente liutaio ed incisore di opere in legno.
Il curriculum di Canzio nel mondo musicale è di notevole rilevanza e potremmo dilungarci nel darne un resoconto dettagliato, ma in questa occasione preferiamo ricordarlo con semplicità ed affetto di casolani con le parole che ci ha inviato il Maestro Daniele Faziani il quale, per il comune interesse ed amore della musica, nutriva per Canzio un profondo rispetto e con Lui amava dialogare e discettare sui vari, poliedrici aspetti di quest’arte sublime e condivisa.
Ciao Canzio!
Desidero esprimere in queste poche righe il mio personale ricordo di Canzio Conti, per 35 anni primo clarinetto presso l’orchestra Carlo Felice di Genova nonché docente per la classe di musica d’insieme in vari Conservatori, con il quale ho avuto il privilegio di condividere una affettuosa amicizia, soprattutto nel campo della vita musicale.
Tantissime sono state le occasioni di scambio su contenuti, concetti e valutazioni di ogni genere sulla musica, in particolare su determinati direttori d’orchestra e compositori per i quali entrambi ci siamo trovati a lavorare – Canzio in maniera diretta con l’orchestra del Carlo Felice ed io solo saltuariamente con l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
Mi accorgevo, dialogando con Canzio, che in me cresceva una maggior consapevolezza ed un grande arricchimento culturale. Dalle sue parole si intuiva sempre un autentico e profondo amore per la musica, soprattutto operistica e sinfonica, ed emergeva sempre una saggezza che colpiva e meravigliava.
Molti Casolani ricorderanno i concerti organizzati delle Opere Pie di Casola che dal 1985 al 2010 si svolgevano a cadenza biennale, soprattutto nella chiesa di San Francesco (detta dei Frati) ed anche nella sala del cinema Senio.
Nel primo di questi concerti ebbi modo di apprezzare in Canzio la sua qualità di solista nel bellissimo quintetto di Mozart in LA maggiore K581, accompagnato da un bravissimo quartetto d’archi genovese, e presi atto e coscienza che Canzio non solo era credibile e colto nel parlare di musica , ma sapeva essere altrettanto bravo nell’esprimerla con il proprio strumento, in una veste diversa dalla compagine orchestrale. A tal proposito voglio riportare qui di seguito le parole di un mio collega, Massimo Ferraguti, che lavorò con Canzio per 10 anni:
“La sua perspicacia, la sua cultura e la sua arguzia sono inenarrabili e rimandano a ricordi strepitosi. Io ricordo la pelle d’oca dei suoi assoli di Traviata e Bohème“.
Ritengo che con Canzio scompaia un pezzo di storia musicale importante e di altissimo livello del nostro piccolissimo paese, del quale Canzio andava fiero. Lo era anche per la nostra banda, il Corpo bandistico G. Venturi, che rappresentò l’inizio della sua carriera, così come lo fu per molti di noi… musicisti Casolani.
Ciao Canzio!
il tuo amico e ammiratore Daniele Faziani