Sant’Antonio e il topo scomparso

“Co SatAntoni u iera tot gli animel forchè e top che rusgheva la berca!”
“Come Vitalina? Come?”
“Sé, co SatAntoni u iera tot gli animel forchè e top che rusgheva la berca!”
Guardo  per la seconda, terza volta il santino con Sant’Antonio, quello che mi hanno dato, stamattina, in chiesa con il ciambello dolce e il pane benedetti, guardo e … manca proprio il topo, quello che poteva fare affondare la barca di Sant’Antonio rosicchiandola!
“Sé, Co SatAntoni u iera tot gli animel forchè e top che rusgheva la berca!”
Guardo Vitalina, la sua esperienza quasi centenaria, quante volte avrà visto il santino attaccato ad una vecchia affumicata trave della stalla, non le era certo sfuggita l’assenza del topo, come a tutti gli altri che abitavano in campagna e che in gennaio festeggiavano con messe, benedizioni e molto mangiare il santo che proteggeva i loro animali,  le loro  stalle.  Si sapeva che il santo Abate veniva da lontano, addirittura con la barca e a guardare il santino è confermato che: cavalli mucche pecore cani gatti galline conigli e soprattutto il fedele maiale stanno ricevendo la santa benedizione dal santo, ma il topo proprio non c’è!
Caro S. Antonio Abate che ti ritraggono sempre con un maialino vicino, sembri così vicino al mondo contadino con quel maiale sempre accanto, quel maiale di cui non si buttava via niente e che serviva ai tuoi tempi per curare gli ammalati: con il grasso le malattie della pelle e con la carne le malattie della denutrizione.

Il topo poteva proprio fare affondare la barca del Santo col suo costante rosicchiare e chi avrebbe protetto gli animali che un tempo ogni famiglia teneva nella stalla per la sopravvivenza: il latte, la lana, la carne, le uova, erano indispensabili per andare avanti in quei tempi magri.
I nostri anziani sapevano anche che Antonio, il santo, aveva dovuto lottare duramente con  “ lu demonio” che, tra le fiamme dell’Inferno, lo allettava con terribili tentazioni a cui lui eroicamente ha resistito sempre.  E già che la vita di Sant’Antonio non era stata per niente facile, come quella dei comuni mortali, oggetto delle tremende tentazioni “de lu demonio”, il topo proprio non ci voleva a impedire la sua benefica opera a favore degli animali e quindi dei contadini di qualche tempo fa.
“S. Antonio Abate  padre Abate dalle scarpe rattoppate, dalle scarpe di velluto fate trovare ciò che ho perduto”, mia mamma la ripeteva sempre questa filastrocca quando qualcosa di utile: un pettine, una scarpa, una chiave, un orecchino sembravano scomparsi nel nulla.
Qualche storico dice che non è quello del nostro articolo il sant’Antonio che andrebbe pregato, ma l’altro quello di Padova, però nelle abitudini locali le figure  si mescolano e si confondono.
Oggi è la festa di S, Antonio. Già stamattina sono stati distribuiti in chiesa, dopo la messa, i ciambellini dolci e il pane benedetto. Già sono pronti i premi nella sala della parrocchia e Ciata, i bambini e Pier Angelo hanno venduto e stanno vendendo con entusiasmo decine e decine di biglietti: circa 5000.
Alcuni stanno già riscaldando le salse per le bruschette e il brulè nel pentolone  inonda il piazzale del suo caldo profumo di spezie. Tutto ferve e si prepara. Tutto e tutti…, anche gli animali che oggi saranno benedetti:  cani gatti galline criceti oche pappagalli tutti benedetti! Gli animali avranno sulla testa un cielo nuvoloso, qualche goccia di pioggia. Un freddo infiltrante e sgradevole, ma  con il loro pelo, le loro piume, i loro mantelli di lana si proteggono naturalmente senza fare storie. E in questi anni di pet- therapy e amici animali quasi umani, considerarli anime da benedire è logica conseguenza, quasi più che in passato. Anche se a loro, a questi animali presenti nel piazzale della chiesa, si chiede soprattutto compagnia, mentre una volta agli animali benedetti delle stalle  si chiedeva la sopravvivenza.
Più delicati siamo noi umani , con i nostri obbligatori cuffie, berrette, guanti, sciarpe, giubbotti, ci proteggiamo dal freddo incombente e dalla influenza che circola subdola, benvenuto al caldo e profumatissimo brulè, alla densa cioccolata.
Anche i bandisti sono pronti per il concerto davanti alla chiesa, con le loro allegre musiche ci fanno muovere e ci scaldiamo un po’.
Non manca nessuno, neanche Biagio che lancia la lotteria con premi favolosi!
E così anche quest’anno la festa di sant” Antonio è sentitissima e partecipata nonostante il freddo! Ed è così anche nelle parrocchie vicine oggi anche a Cuffiano,  poi tra due settimane a Baffadi. In passato tutte le parrocchie di campagna facevano la loro festa di sant’Antonio: san Rufillo, Mongardino, Renzuno, Pozzo erano affollatissime.
Rimane comunque un mistero riconoscere la fonte delle tante  cose che sa Vitalina su questo Santo e la calda solidarietà che rimane nella memoria di molti per questo sant’Antonio!

Paola Giacometti