Parliamo di aperitvo
La politica… la politica… no, la politica, no… non se ne uscirebbe piu’.
Casola Valsenio non ha un semaforo. Le rotonde si stanno avvicinando ma al momento, all’interno del paese, non se ne sono ancora viste. Non c’è un parcheggio a pagamento. I dossi, sono tutti naturali. C’è qualche senso unico, di libera interpretazione, e tutto ciò è socialmente accettato.
E’ il nostro gran piccolo paese. Forse, troppe volte lasciato solo.
L’abbraccio delle colline attorno, lo renderebbe piu’ caldo. Ma è come se le persone vivessero in uno stato di guerra permanente e non dichiarato.
Vedere il male di una situazione dovrebbe servire a rimuoverlo, per andare avanti in modo migliore. Pensando a Casola, vengono in mente alcuni esempi. Che cosa è saltato fuori dal vecchio campo sportivo? Ci spetta dell’altro o è davvero così? La sala cinema, non poteva essere costruita anche per altre situazioni? Feste, commedie, spettacoli, concerti, incontri… leggenda narra che anche un certo Gaber passò dalla sala cinema CRAL. La piscina, ha un ingresso mai visto. Sono state fermate alcune persone a cavallo della rete di recinzione, ma subito rilasciate perché dimostrata la loro buona intenzione di entrare e pagare l’ingresso umanamente.
Il destino di Casola, pare calpestato da persone comuni rassegnate a perdere ancora prima di aver provato a fare qualcosa.
Parliamo di aperitivo, non siamo banali. Di quelle vagonate di pizze, pizzette, piadine, tranci, olive, cipolline, affettati, formaggi, patatine, ostriche, riso, gnocchi che seguono ad un bicchiere. Dove si è tutti molto giovani, sempre con delle buone proposte, e dove si pontifica su tutto.
A Casola, questo non esiste. A Casola, si va normalmente al bar. Non c’è bisogno di questa grande esca per incontrarsi con qualcuno. Grande.
r.l.