Presentazione del Libro: Io sono un europeo
A BORGO RIVOLANella SALA PARROCCHIALE DELLA COSTA
Domenica 3 Febbraio – ORE 15,30
Il Prof. ENRICO DOCCI (scrittore) insieme a Roberto Rinaldi Ceroni ,insegnante e Presidente delle Opere Pie di Casola Valsenio presentano il libro diDino Landi Io sono un europeo
Racconti autobiografici di un Romagnolo di Sasso Letroso (Borgo Rivola) che, a vent’anni, è partito per cercar lavoro in un’altra patria: l’Europa. Sarà presente l’autore, che invita tutti, quelli di oggi e di allora, a ritrovarsi con nostalgie e speranze sulla nostra Vena del Gesso, una meraviglia Europea.A conclusione: Merenda rustica, come si usava una volta da noi.
Due righe sul libro:
prima che esistesse l’Europa unita Dino Landi l’Europa unita se l’è costruita addosso.
Con il diploma di Maestro elementare, ha voluto bruciare le tappe per inserirsi nel mondo del lavoro e, come altri in quegli anni ’60 del disincanto e del cambiamento, a vent’anni è partito per il Nord Europa, in cerca di un lavoro e del primo stipendio. Rientrerà 15 anni dopo, con la moglie tedesca, il figlio Thomas e la certezza di un lavoro in Italia. Nascerà poi a Imola la secondogenita Sabine. Traumatica la partenza, da non credere le peripezie della ricerca dell’occupazione, tragicomico il ritorno. In questo modo Dino Landi, il ragazzo che ha attraversato i confini con una valigia da emigrante, sfidando col suo abito da mezza stagione il vento gelido dei valichi di confine, può ora voltarsi indietro mostrando la sua corazza impermeabile da europeo. Nato a Baffadi nel 1941 da Enrico e Celestina Gondoni., ha vissuto fino ai vent’anni sulla Vena del gesso, a Borgo Rivola, prima ai Crivellari poi a Sassatello, nella casa sorta sui ruderi dell’omonimo castello medioevale.
Dino Landi in questo libro di 176 pagine, che si leggono “tutte d’un fiato” per il gusto di sapere com’è andata, per le imprevedibili vicissitudini e quel modo di esprimersi scarno, asciutto ma di un’immediatezza e sincerità disarmanti, ripercorre le tappe europee del suo peregrinare, inseguendo il sogno con la fiaccola accesa di una speranza destinata comunque a sopravvivere.
Dice l’autore: «Sono racconti di vita vissuta, non eventi clamorosi, ma fatti reali capitatimi, quindi contrattempi, imprevisti, difficoltà… Sono vicende narrate così alla buona, senza dare il minimo sfogo alla fantasia, senza nessuna intenzione di impartire lezioni di vita ad alcuno né di lasciare messaggi sociali o filosofici. Ma, quanto vissuto da me emigrante per le strade d’Europa, può riguardare tutti, perché, in definitiva, siamo tutti emigranti: nella vita, prima o poi, abbiamo lasciato qualcosa: una terra, una dimora, un fratello, un parente, un amico, un amore, un sogno!».
Dino Landi inizia così a raccontare il suo peregrinare per l’Europa, passando da una stazione all’altra, da una città ad un’altra, da un lavoro ad un altro. Ha svolto varie attività, ma principalmente ha potuto insegnare per anni presso le Scuole Cantonali svizzere, poi in Germania, ai figli degli emigrati italiani, ha insegnato l’italiano ai tedeschi ed ha pure svolto attività di assistente sociale per gli stessi emigrati italiani. Dino Landi diventa ad un certo punto Herr Landi (il signor Landi). Cambiano le problematiche, resta intatta la persona, la sua moralità ed i suoi ideali: «Nel mio idealismo ero sicuro che, pur nel mio piccolo, stavo lavorando per un mondo migliore, che stavo dando una mano a questi ragazzi ad inserirsi in una nuova realtà, quella di cittadini europei, di una grande Europa, dove la gente può muoversi a seconda della opportunità di lavoro e delle proprie aspirazioni senza sentirsi straniero in alcuna parte della nuova Europa. D’altronde anch’io, già allora, mi sentivo orgoglioso di essere europeo, allo stesso modo in cui ero orgoglioso di essere italiano e di essere romagnolo».