Inizio luglio ‘07,
credo ci stiano registrando, non è poi così inusuale, ognuno ha le sue deviazioni di follia.
Il campo sportivo, in questo periodo è vuoto. Sembra vuoto. Stanno mettendo a posto le panchine. Le stanno facendo di legno, sono strane, speriamo tengano le folate del vento. Non ci sono le reti nelle porte, ed è tutt’altra sensazione.
E’ tutto molto tranquillo.


Guardando il campo, ci siamo dentro anche se il fulcro principale della nostra vita non è il goal.
Attraverso il nostro sguardo, scendiamo in campo. Velocissimi, abilissimi, inarrestabili. Si sogna, e la rete si gonfia ad ogni azione. Uno spettacolo.

Stiamo osservando, la sensazione è quella di una buona zona neutrale. Il calcio estivo è fatto di partite a calcetto. Di tante chiacchiere di tanti. Di persone ammirabili, che esistono ancora, che concedono il loro tempo ad una delle poche attività possibili per i ragazzi di questo paese. Casola non è un supermercato di passatempo. E il calcio è una di queste possibilità.

La situazione oggi, è quella di ieri. Il finestrino che di inverno non si chiudeva, ora non si apre.
Pupille a ore 00.00, bianche, sopracciglio sinistro leggermente alzato per segnalare la presenza, passione per il pallone in prima linea a combattere per non disperdere anche questo.

La prima squadra è retrocessa dalla Prima, alla seconda categoria. Paradossalmente, il “mercato” pare più attivo quest’anno che quello scorso. L’ obiettivo è di vincere nuovamente il campionato per risalire, non sarà così facile.

Per il settore giovanile, la speranza è che ognuno faccia il suo personale dovere. Non ci sono molti ragazzi, il paese sta cambiando. Non è più come un po’ di anni fa. Dalla Misericordia, lo storico campetto dell’oratorio, non si levano più nuvoloni di polvere come era ai tempi d’oro. Che tempi quelli. Giocare a pallone a Casola è ancora fattibile. Non è affatto poco. La speranza è sempre quella che ognuno faccia il suo personale dovere.

Tira un po’ di vento, il campo è pieno di immagini. Che vanno dai bambini fino ai grandi. E’ bello immaginare, è bello ricordare. Non sarebbe male vedere questo campo illuminato da un impianto come ce ne sono da altre parti. Forse qua, sognare, è troppo.

Riccardo Landi
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