Ringraziamo Claudio perchè eravamo imbarazzati sulla bruttezza dei titoli che avevamo scelto in precedenza, augurandogli tutto il bene di questo mondo.

Abbiamo tolto il sapore ad ogni cosa, non ci gustiamo quasi più niente perché bisogna fare in fretta e non puoi fermarti perché devi andare avanti.
Entrate in quel favoloso mondo piastrellato che è il bagno, sedetevi sull’unica simil-sedia che trovate e staccate ogni collegamento col mondo esterno. Siamo certi che per la maggior parte di Noi, il bagno è l’isola felice di ogni casa, come stai bene lì dentro lo sai solo te, ma non diciamolo troppo in giro… non si sa mai.

Accendete le vostre considerazioni, fate migrare nella testa pensieri vostri, state comodi.

Questa rubrica e questo spazio, hanno un’unica appartenenza, il pallone.
Quello di piazzette, di oratori, di campi di terra, di distese di asfalto e di cemento.
Quel pallone che ci ha fatto sudare anche nel pieno dei giorni d’estate, che ci ha impolverato, che ci ha fatto sanguinare ginocchia, mani e gomiti.
Quello con cui siamo cresciuti assieme, quello che ci fa ritrovare dopo un po’ di tempo.
Da bambini incantati mentre gli correvamo dietro, da adulti molto più inchiodati e grassi mentre lo vorremmo ancora calciare.
Chi non se lo ricorda questo essere dalla forma sferica, che ci portiamo dietro fin dai primi passi.
Si giocava al mattino, al pomeriggio, alla sera… sempre,
con il sole, con la pioggia, con la neve… sempre.
Siamo sicuri che state pensando agli infiniti episodi e avventure legati ad un pallone, siamo sicuri che i lacrimoni agli occhi non sono dovuti allo sforzo ma all’emozione del ricordo.
Perché in bagno puoi fare ciò che ti va, leggere il giornale, un libro, le istruzioni della play station, guardare le foto, studiare, colorare, scrivere, osservare bene bene il disegno (di solito è una mela o una pera) che sta su qualche piastrella e… è fantastico quel momento.
E ora pensi al pallone, che è stato attività fisica in un ambiente sano e all’aria aperta come piace ai genitori,
che è stato momento di disciplina, di aggregazione, di tempo occupato a fare uno sport come piace ai genitori, che ti ha fatto rotolare nel fango, scivolare sull’erba, che ti ha portato all’ospedale che però questo non piace tanto ai genitori.
Tutto ciò aveva e ha molto sapore, in modo particolare per chi si trova in un paese piccolo come il nostro.
Non è che puoi fare chissà che cosa, e per forza di cose, il pallone diventa un appoggio importante per crescere.
Le partite fino ai 10, 9 pari agli 11, è buona fino a che non tocca terra, il triangolo col muro di sasso e continuate pure voi.


E parlando di pallone non possiamo rimanere indifferenti a quello che sta succedendo alla Casola calcistica.
La prima squadra, quella che fa la seconda categoria, si trova da un po’ di tempo in cima alla classifica di questo campionato.
Ha uno “strappo” sulla seconda, e un impressionante bottino di “numeri” (gol fatti, gol subiti, media inglese ecc.) tipo la Juve.
Per il nostro paesello, tutto questo rappresenta un momento storico perché non si era mai vista la nostra compagine a questi livelli e in questa posizione.
Anche l’assenza di franchi tiratori in tribuna, del resto, sottolineano la bontà del lavoro che sta facendo questo gruppo.
Manca ancora un po’ alla fine del campionato, non gufiamo, non tiriamo fuori strane storie perché non si sa mai.
E facciamo in modo che questi ragazzi, e con loro tutto il Paese, possano gustarsi il sapore della ………… , bè lo sapete anche voi ma ora tirate l’acqua, è ora di uscire dal bagno.


Match Winner


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