A circa 4 mesi dalle elezioni politiche escono gli scheletri dall'armadio.
Non voglio entrare nel merito dei singoli casi che leggiamo su tutti i giornali e vediamo solo su alcuni telegiornali.
La magistratura italiana se potrà (o vorrà) essere indipendente ci dirà la verità.
Il problema è un altro.
Per un motivo o per l'altro tutti sono convolti, citando Ligabue: destra, sinistra, su, giù, centro.

La crisi dell'Italia sotto tutti i profili è lo specchio della sua classe politica: corrotta, opportunista, conservatrice delle poltrone, anti-innovativa.
Sono le stesse persone da vent'anni che ruotano da destra a sinistra, da sinistra a destra come il pendolo di un orologio.
Non riesco ad identificarmi in nessuno di questi individui, nessuno mi da fiducia, soprattutto nessuno MERITA la mia fiducia.
Un pò li capisco, comprendo le loro difficoltà, non sanno più cosa fare!
Hanno creato sistemi talmente complessi, talmente intrecciati di finanziamenti, banche, assicurazioni, cooperative e enti privati che sono diventati vittime delle loro stesse mosse.
Addirittura oggi Berlusconi ha dichiarato che testimonierà davanti ai giudici che a prove contro i DS. Non voglio sparare sulla Croce Rossa prendendo Berlusconi come esempio, ma caro Silvio, se volevi parlare ai magistrati hai avuto più di una occasione e ti sei avvalso della facoltà di non rispondere. Continua così, non parlare più, non farti più vedere. E' l'unico modo per vincere le elezioni. Stesso consiglio alla sinistra, al centro e perchè non anche ai vaticanisti.
Questa gente ha affondato l'Italia e non sarà in grado di risollevarla, tantomeno Prodi (Mr. Euro) che ha provato ad affondare tutta l'Europa.
Abbiamo bisogno di gente nuova, di nuove idee, di cambiamento.
Basterebbe una legge, dubito che qualche politico ci pensi: limitare la possibilità di candidarsi a 2 legislature. Quasi tutte le alte cariche politiche hanno questo vincolo, perchè non estenderlo? Inoltre bisognerebbe eliminare i senatori a vita, altrimenti dopo la seconda legislatura lo diventerebbero tutti per poter rimanere.
In questo modo fare il politico non sarebbe una carriera, ma un periodo in cui ti metti a disposizione dello Stato, come dovrebbe essere.
Il mestiere 'politico' deve sparire, è impossibile che un individuo possa essere un anno ministro dei trasporti, un anno ministro della sanità e la volta dopo ministro all'istruzione, o è un genio (ad oggi non ne sono capitati) o è un tappabuchi (ad oggi ne sono capitati).
Stare nella classe politica per un tempo molto limitato non permetterebbe più di creare certe ragnatele commerciali, o uno riesce a rubare tutto in fretta e sparire oppure fa il suo dovere e se ne va, senza poter pianificare il furto a lungo termine, senza andare da destra a sinistra, senza cercare perforza una qualche poltrona.
Questa idea di legge, chiamarla 'proposta' mi sembra prematuro, gira da giorni nei vari meetup di Beppe Grillo in rete.Per i meno avvezzi al linguaggio i meetup sono gruppi spontanei che discutono gli spunti del Blog del famoso comico genovese, sempre più leader della controinformazione.La speranza è quella di riuscire a stilare una proposta di legge in modo da arrivare ad un referendum tramite la raccolta di 500.000 firme. Attualemente lo scoglio sta nel fatto che questa legge andrebbe in contrasto contro alcuni punti della Costituzione, che un referendum non può by-passare.
Vedremo gli sviluppi della questione, l'importante è che qualcosa si stia movendo, la gente e soprattutto i giovani stanno tornando ad interessarsi della politica attraverso mezzi nuovi e diretti come la rete.
E' un nuovo modo di fare politica, non è più uno che parla per te, sei tu che dici la tua, la democrazia globale attraverso internet è molto più semplice e soprattutto è possibile.
Gli attuali politici dovranno per forza un giorno arrivare al confronto diretto con la gente, non potranno più nascondersi dietro la burocrazia, saranno costretti a fare finalmente quello che vuole la gente.
Penso che questa classe politica, indipendentemente dagli esiti elettorali e processuali, abbia le ore contate.

Matteo Cenni
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