Non c’è dubbio che il PD stia vivendo un momento di forte incertezza a livello nazionale, vedi le dimissioni del sindaco di Bologna Delbono o la vittoria di Vendola in Puglia. Come può uscire da questa crisi il Partito Democratico?

L’unico modo per affrontare i problemi è quello di riconoscerli, non mettendoli alle spalle facendo finta di nulla. Ma se i problemi li chiamate crisi non sono d’accordo. Nei casi specifici credo che l’evolversi dei fatti siano le migliori risposte. In Puglia, se 200.000 persone vanno a votare per scegliere chi candidare alla presidenza della regione, ogni altra considerazione è superflua, chiunque sia il vincitore della sfida. Sul caso Delbono non ci sono scusanti o attenuanti. Chi gestisce la cosa pubblica deve essere di esempio per tutti i cittadini. Chi mette la propria firma in leggi, provvedimenti e norme, non può in alcun modo disattenderne altre. Anche se sono in corso le indagini della magistratura, il Partito Democratico è stato chiaro, chiedendo le dimissioni. Dall’altra parte, nel PdL, mi sembra invece che le dimissioni, per fatti ben più gravi, vengono respinte quotidianamente, e non si perde occasione per attaccare chi lavora per fare rispettare le leggi. Siamo arrivati al punto che si tenta di far passare per martire chi si è reso colpevole di reati.
Dando un’occhiata veloce ai dati sul consenso che il PD casolano ha riscosso, si può dire che è in flessione ed è possibile che tra una decina di anni corra il rischio di perdere. Credi che sia una possibilità che si possa verificare?

La vittoria non è mai scontata in qualunque sfida uno si appresta ad intraprendere, quindi anche nella politica. Ricordo che il PD è nato nell’ottobre 2007 e nelle due elezioni successive ci siamo confermati come il primo partito di Casola Valsenio.
Abbiamo poi contribuito in maniera determinante alla vittoria di “Uniti per Casola” e del sindaco Iseppi nelle elezioni comunali dell’anno scorso, eleggendo sei consiglieri comunali sugli otto eletti dalla maggioranza e trainando la coalizione di centrosinistra oltre il 60% dei voti. Credo che sia un bilancio positivo. C’è stata, e anche questo è vero, una consistente flessione dei partiti della sinistra, i nostri alleati locali, e uno speculare aumento dei consensi alla Lega Nord. Questo flusso elettorale - dalla sinistra alla Lega Nord - si è registrato in tutte le aree del Nord. Per questo motivo occorre rafforzare il ruolo del Partito Democratico, come promotore e principale interlocutore di un’alleanza democratica che possa essere alternativa alla destra e alla Lega Nord a livello nazionale, e che continui a governare nel nostro comune. Ma i voti non piovono dal cielo. Bisogna lavorare, e bene.

A marzo saremo chiamati alle urne per scegliere il Presidente della regione. L’Emilia Romagna si trova in cima a tutte le classifiche come qualità della vita. Quali sono le ragioni di questo modello vincente? È opportuno considerare Casola pienamente all’interno di questo sistema?

L’Emilia-Romagna è considerata dagli analisti economici e politici come una delle regioni più avanzate d’Europa. I risultati raggiunti sono anche il risultato di scelte politiche coerenti e innovative, che hanno saputo coniugare l’iniziativa privata con un sistema di sicurezza sociale che, più che altrove, dà protezione alle fasce deboli della società. Grande merito va anche al tessuto sociale ed associazionistico che ha supportato il processo di crescita generale.
In Emilia-Romagna abbiamo lavorato per una società dove non si vince se si arriva primi, ma si vince solo se arrivano tutti. Questa si chiama coesione sociale. Il nostro partito sostiene gli stessi valori sia a livello nazionale, sia a livello locale. Il bilancio approvato in questi giorni dalla maggioranza consiliare Uniti per Casola, di cui facciamo parte, ne è la prova. Anche in una situazione di finanza locale che penalizza i comuni di montagna e a bassa densità demografica come il nostro, sono stati mantenuti tutti i servizi socio-sanitari, agendo sul contenimento della spesa, la qualificazione dei servizi e sul risparmio energetico. La gestione economica deve sempre supportare la questione sociale. Guai a farle andare a velocità diverse.

Quali sfide intende affrontare il PD casolano?

Ho dato al mio partito degli obiettivi precisi da seguire nei prossimi anni. Affrontare i problemi dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese, facendolo insieme a loro in un percorso comune. Dialogare con tutti, mettendo fuori dalla porta ogni pregiudizio. Comunicare e fare conoscere le proposte, le idee, le iniziative. Dare un taglio politico, culturale e sociale a tutte le nostre azioni. Ho in testa la mia idea di Partito Democratico e su questo non torno indietro. C’è poi una questione che mi sta molto a cuore, di lungo periodo, su cui lavoreremo già dai prossimi mesi. La struttura sociale e demografica del nostro comune sta cambiando e cambierà notevolmente nei prossimi anni. Aumenta la percentuale degli anziani, con effetti sul saldo migratorio, sulla struttura demografica e il tasso di natalità del nostro comune, e una conseguente maggiore domanda di servizi e assistenza per questa fascia di popolazione Di fronte a questo tema vogliamo dare delle risposte di lungo periodo agendo soprattutto sul piano culturale, contrastando gli slogan e la facile retorica della destra e della Lega Nord, che come abbiamo visto in questi giorni aumentano i problemi invece che risolverli. Abbiamo il dovere di cercare le risposte fino in fondo al confine della dignità umana, e su questo punto non cederemo un solo centimetro.

Intervista a cura di Riccardo Albonetti e Fabio Bittini
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