Mi chiamo Mariangela. Mi si potrebbe chiamare semplicemente così o suor Angela, come mi hanno “battezzato” da subito a Casola.
Arrivo da Forlì, dalla Chiesa di Forlì, alla quale appartengo per uno speciale vincolo affettivo e di consacrazione. Mi sono svegliata per la prima volta a Casola Valsenio martedì 1 Aprile e non so quante levate qui m’aspetteranno. Sono “ospite” delle sorelle di Maria di Nazareth, in paese già da un anno e mezzo: sto facendo un cammino con loro e con don Giampaolo Burnelli, loro fondatore.
Ho trent’anni, di cui dieci di vita religiosa.
Sono barese d’origine ma bazzico in Romagna dacché ho cominciato il cammino di consacrazione e quando si canta “Romagna mia” ormai la canto anch’io di cuore. e la ballo, se si può.
Scrivo nella mia prima settimana di permanenza a Casola. Osservo, leggo, ascolto, per entrare nello spirito del luogo, e a tratti mi chiedo: che potrò fare qui nel poco tempo che mi è dato di viverci, stando almeno a quanto concordato col mio superiore? Che ci si può aspettare da una suora di passaggio? Per tre, sei mesi, non so.
Potrei limitarmi all’essenziale richiestomi, che già non sarebbe poco, data la mia situazione di sostanziale solitudine durante la settimana: suor Milena infatti va via per un tempo di formazione previsto nel suo cammino e suor Isabella rientra solo per il fine settimana.
Lo chiedo a voi casolani. Dovrei mettermi a cercarvi porta a porta per il desiderio di sapere quali volti e quali situazioni ci sono dietro le porte e finestre che vedo camminando. Altrove l’ho fatto. Ne ho avuto il tempo. Qui non so. Posso solo dirvi che sono disponibile per qualsiasi vostro invito o richiesta: un incontro, una merenda, una cena assieme, magari per cavarvi qualche curiosità che avete da tempo circa il pensiero della Chiesa sull’una o l’altra questione…
Verrei all’asilo, a scuola, per una visita ad anziani o ammalati, tra i giovani.
Normalmente sono raggiungibile tra casa e chiesa, anzi tra casa e “chiese” in questo caso.
Se dovessi dirvi ciò che gradirei fare di più… pregare con voi, leggere con voi la Parola di Dio, approfondire un po’ con voi il mistero di Cristo e della Chiesa e magari aiutarvi a rispolverare da adulti le verità semplici ed essenziali che avete appreso al catechismo da piccoli. e sentirvele contestare o, meglio ancora, vedere il vostro interesse ad approfondirle.
Potrebbe essere che non abbiate mai capito il perché della confessione o il significato di una frase ripetuta da sempre durante la messa o il motivo per cui la Chiesa si pronuncia così o colà…
Ci si può confrontare. Vorrei che questo tempo tra noi fosse proficuo, fosse anche questione di giorni.
Potremmo incontrarci al bar, al circolo ARCI, in una delle salette della parrocchia, a casa vostra.
Se in Chiesa non mettete piede da tempo e non vi va di venire a cercarmi a casa, aspettate di vedermi per strada, inviatemi qualche segnale d’amicizia e c’incontriamo.
Casolani, più di così non so che dirvi.
Tutt’al più alla fine sarò un’altra delle suore che si sono avvicendate tra le vostre strade, e che per lo più vi sarà rimasta ignota.
Solo un incontro non avvenuto, come tanti.

Pace e Bene, suor Mariangela.
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