Parole allo specchio

La celebre scrittrice, intervistata da Bethany Marston*

Edith Bruck, nata nel 1932 in Ungheria, e' una donna meravigliosa. Io sono in grado di dirlo, perché l’ho conosciuta personalmente la scorsa estate.
E' meravigliosa perché ha scritto libri e poesie in una lingua non sua, e' meravigliosa perché queste opere hanno vinto vari premi, ma, sopratutto e' meravigliosa perché queste opere parlano della sua vita, del suo passato inspiegabile, la Shoah. Parlano della sua, meravigliosa, sopravvivenza.

Natale è vicino: si fa ordine in casa! Oh, la stupefacente energia che ci prende quell’unica volta all’anno, in casa nostra! (di solito le pulizie si fanno a Pasqua!)
Improvvisamente si fa largo la voglia di rimettere un po’ a posto quel gran bazar che è la nostra dimora.
E’ così che si notano (e si raccolgono) quelle 20/25 sciarpe che circolano nei posti più impensati, come innocui serpenti colorati.

Oggi ho scoperto cosa significa il detto “alzarsi con il piede sinistro”. E’ domenica 10/10/2010. anche alla TV hanno detto che il 10 è un numero perfetto. Prima della Tv lo diceva anche quel brav’uomo di Pitagora, che di numeri s’intendeva assai.

Fuori ottobre splende, a Casola c’è la Festa dei Marroni, anche se tutti vanno a Palazzuolo.

Casola Valsenio d’estate. E spesso, a rotolare per il paese, sono veramente le balle di fieno che arrivano direttamente dal west. Anche la civiltà, scompare. Le sedie dei bar sono vuote. La piscina è il rifugio per chi non deve rimanere a casa. Il tempo è lento, il volume è basso.

Pubblicato in “spela bollen, jag ar fri!” malmo 2007

Nei fatti fu lei che mi lasciò. Quel giovedì piovoso, quando aprii la porta, respirai che lei non c’era. Rimasi nel buio per un po’, seduto sulla poltrona. Poi mi cucinai due uova per cena. Quanto l’avessi amata non è scritto, però, sembrava molto. Per diversi anni facemmo tutto dell’amore. Come donna era perfetta...

Vinicio Capossela e l’orchestra Gigante, Piazza del Popolo in Faienza.

Malaccompagnato in mezzo a vorticosi flussi di sentimenti, tra gli altri, dai faentini Antonio Gramentieri (direttore artistico di Strade Blu) e Ivan Franceschini alla fisarmonica. Dai forlivesi Enrico Farneti alla tromba (Goodfellas) e Pepe Medri (dalla scuola di musica popolare di Forlì).

C’è chi lo ha scritto su un foglietto, il suo viso, è bello come quello di una Principessa.
Il caffè che accompagna il risveglio del giorno. I passi che si dissolvono come fossero all’interno di una trincea. La voce che si dilata nel silenzio.
Il ritratto, è di una persona che si dondola tra pazzi simboli del nostro destino.
Nella sua casella, popola la solitudine.

La musica è di quel vecchio disco di Conor Oberst…
canzoni che fanno da coperta ad un po’ di solitudine, nate in una lontana Valle Mistica, in Messico.
Sono arrivate fino a qua, in questo piccolo paese, dove coprono di blu tutto quello che riempie le strade.
Il luogo dove le persone non riescono a dare una risposta che non sia gridare più forte dell’altro.
Sono giorni di festa, senza una ferrea tabella di marcia da rispettare.

Nel 1979 ragionavo già con la mia testa e pensavo che il grembiulino fosse uno scempio oltre che all'intelligenza di un bambino, anche al gusto e al decoro pubblico.
Un conto è una divisa 'all'inglese', un conto è un grembiule da infermiere comprato in una merceria di provincia.
Ora una signorina in elegante tailleur vorrebbe uniformare i gusti e soprattutto le menti dei nostri bambini, abbigliandoli come fossero degli apprendisti barbieri.

Beh, io nel 1979 pensavo di meritare qualcosa di meglio che un grembiulino azzurro.
Nel 2008, invece, un decreto imporrà a tutti di sembrare dei garzoni di bottega.

Emanuele Marfisi

P.S. Una nota di merito al Tamugnez, che a 6 anni, nonostante il grembiulino, ne dimostrava già 46.
Ogni inizio estate si rinnova il rito della maturità: il calendario degli esami, il toto-tema, i voti di ammissione, le giornate passate a studiare in compagnia, i consigli di chi si è maturato l’anno prima, la saggezza di chi si è maturato un sacco di anni prima, le tecniche più raffinate per riuscire a copiare, la cartucciera, le penne con l’inchiostro simpatico, i suggerimenti dei compagni secchioni.

“Vai Girardengo, vai grande campione nessuno ti segue su quello stradone…” era il ritornello di una canzone che raccontava di biciclette e tradimenti, di un campione e un bandito, di chi corre per rabbia o per amore.
Non so se Filippo accettò per rabbia o per amore, in ogni caso la scelta fu coraggiosa.
Cosa c’è di peggio di un week-end di fine dicembre in mountain-bike sul Monte Conero?

Nella casba,
la normalità inquietante e insoddisfatta, non può ostacolarci. Parlate di musica, nel bene e nel male.
Internet ha ferito gravemente la musica. E’ diventata fluida, liquida, è dappertutto e sta perdendo la sua identità. Si scarica tutto. Il consumismo musicale assume valori incontrollati e spropositati. Tutto ciò alimenta solitudine e mancanza di reciprocità. Come un ragno, che con il suo veleno, piano piano anestetizza e uccide la sua preda.
I cd costano troppo, tutto costa troppo.

Mi chiamo Mariangela. Mi si potrebbe chiamare semplicemente così o suor Angela, come mi hanno “battezzato” da subito a Casola.
Arrivo da Forlì, dalla Chiesa di Forlì, alla quale appartengo per uno speciale vincolo affettivo e di consacrazione. Mi sono svegliata per la prima volta a Casola Valsenio martedì 1 Aprile e non so quante levate qui m’aspetteranno. Sono “ospite” delle sorelle di Maria di Nazareth, in paese già da un anno e mezzo: sto facendo un cammino con loro e con don Giampaolo Burnelli, loro fondatore.

Molti non sanno che per combattere alcune malattie tipicamente invernali come l’influenza, il raffreddore e la tosse, esistono rimedi naturali che possono coadiuvare e in certi casi sostituire le abituale medicine.
Sono semplici miscugli di erbe che possiamo tranquillamente preparare a casa nostra, in pochi minuti, in grado di procurare un grande sollievo.
Eccovi alcune semplici ricette per combattere la tosse, l’influenza ed il raffreddore…

L’ambiente è soffocato e paludato. Le figure sono trasparenti. La normalità è inquietante e insoddisfatta.

Non è facile riuscire a mettere una parola dietro all’altra, e fare uscire qualcosa di buono. La comunicazione, oggi, sta diventando sempre più una scena surreale. Queste parole arrivano senza preavviso, come una grande onda. Immobili e con la gola stretta dall’emozione. Il cibo scarseggia e la casa è fredda, bisogna riscaldarsi.