Credo che mai come quest'anno, grazie al verdetto della giuria, siano state messe in evidenza difformità ed incongruenze tra i carri e le relazioni. A tal punto che c'è da chiedersi se sia il caso di abolire queste ultime.
Del resto le relazioni non sono nate per accompagnare la sfilata dei carri, bensì per un'informazione preventiva alla prefettura che voleva verificare che non venissero proposti temi politici, religiosi e di costume contrari alla legge e alla morale. Poi, soprattutto nel dopoguerra, hanno accompagnato per molti decenni la sfilata dei carri fornendo un ottimo strumento interpretativo. Ma da almeno dieci anni si è via via allargata la forbice tra relazione e carro. Quasi che la prima rappresenti un alibi per le idee e le interpretazioni allegoriche più ermetiche ed esercitazioni estetiche fini a sè stesse. Tanto c'è la relazione che rende tutto intelleggibile.
Ed invece non è così. Il carro dovrebbe essere comprensibile così come si presenta. Basta il titolo. Poi devono parlare le figure, le strutture, i colori: sono loro che devono dare l'emozione che i carri allegorici sanno suscitare, non la relazione.Come si intuisce io sono per l'abolizione della relazione, così da costringere gli ideatori e i costruttori dei carri a realizzare allegorie più comprensibili. Credo che ne guadagnerebbe anche la festa perchè così verrebbe maggiormente coinvolto nello spirito dei carri il pubblico non casolano che rimane colpito dall'aspetto scenografico dei carri, ma raramente riesce a coglierne lo spirito.
Anche quando legge le relazioni che, così come sono concepite oggi, difficilmente riesce a correlarle ai carri.

Con i miei saluti

Beppe Sangiorgi
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