Come l’americano di Gershwin, uno dei suoi grandi amori musicali, Daniele Faziani si è recentemente avventurato alla scoperta della capitale francese accompagnato dal suo fido saxofono, che lo ha condotto nella sua casa ideale, in uno dei luoghi sacri per chiunque ami questo strumento. La ditta parigina Selmer è infatti la più importante costruttrice mondiale di saxofoni, realizzatrice degli strumenti di grandissimi interpreti e di pezzi unici dal valore incalcolabile e dalla pregiatissima fattura.
La Selmer è proprietaria del brevetto ufficiale per la costruzione dei saxofoni, ereditato proprio da Adolphe Sax.
Un paio di anni fa Daniele visitò la Selmer per presentare il proprio CD, Il volo del sax, riguardo al quale potete trovare tutte le informazioni sul sito www.faziani.it. In quell’occasione i rappresentanti della ditta lo invitarono a tenere un concerto nella loro sede – che oltre a essere spazio espositivo e di vendita ha accolto anche le esibizioni di tutti i mostri sacri del sax – lasciando a lui la libertà di decidere i modi e i tempi per l’organizzazione del concerto. Daniele, lo sappiamo bene, ha sempre messo le proprie capacità e il proprio entusiasmo al servizio di tutti giovani che, a ogni livello, avessero passione per la musica, e anche in quest’occasione ha dimostrato questa sua vocazione didattica e di “trascinatore”. Ha infatti deciso di portare con sé alla Selmer gli alunni della sua classe di sax al conservatorio “A. Boito” di Parma, offrendo così a questi giovani un’occasione davvero unica e prestigiosa. Questi gli otto componenti dell’ensemble:

Daniele Faziani
sax soprano, direzione, arrangiamenti
Stella Coconi - sax soprano
Ilaria Faedda - sax contralto
Michela Cariglia - sax contralto
Andrea Vegetti - sax tenore
Elena Vita - sax tenore
Claudio Castellari - sax baritono e alto
Alessandro Mazzotti - sax baritono

L’idea e il desiderio di Daniele erano quelli di offrire al pubblico parigino un concerto che evidenziasse le caratteristiche peculiari della cultura musicale italiana, quasi per adempiere a un “dovere”, quello di lasciare un’impronta “personalizzata” del modo di concepire il linguaggio musicale nel nostro paese. Per questo motivo Emilio Ghezzi ha composto un pezzo appositamente per il concerto alla Selmer, dal titolo 4 pezzi per 6 saxofoni, un brano dal carattere brillante con vari riferimenti descrittivi tipici delle tradizioni italiane. L’interpretazione e il contenuto di questa composizione hanno ottenuto un ottimo successo fra gli ascoltatori, che hanno particolarmente colpito Daniele per l’attenzione e il rispettoso silenzio con cui hanno assistito all’intero concerto. Anche bambini di 8-10 anni, ci ha raccontato Faziani, sono rimasti seduti in prima fila per tutto il tempo dell’esibizione e non solo non hanno mai dimostrato il minimo segnale di noia o di “smania”, ma sono rimasti concentrati per tutto il tempo sulle note che uscivano dai sax. Merito della musica senza dubbio, ma forse anche di una cultura musicale, di un’abitudine all’ascolto silenzioso e rispettoso che spesso non si riscontra nel nostro paese. Eh, i francesi, nel calcio finalmente li abbiamo bastonati, ma per altre cose forse ogni tanto un’occhiatina oltralpe ci conviene darla.
L’ensemble poi ha eseguito Oxford Symphonic, una delle più esemplari sinfonie (è la n. 92) di Joseph Haydn, in modo da offrire al pubblico anche una dimostrazione dello studio classico del saxofono, una prospettiva di taglio più accademico. Infine la famosissima Libertango di Astor Piazzolla, in una trascrizione dall’originale realizzata da Daniele appositamente per la formazione di saxofoni.
Il concerto ha riscosso ampio successo, fra il pubblico come fra i rappresentanti della Selmer, e la soddisfazione per Daniele e i suoi giovani allievi è stata dunque piena e completa. Se poi ci si aggiunge il piacere di passare tre giorni a Parigi, è facile per tutti immaginare come l’esperienza sia stata davvero indimenticabile.

Ma le “imprese” di Daniele non sono finite qui. In questi giorni infatti il “Maestro” si è imbarcato in un’avventura davvero eroica: “resuscitare”, dopo sei anni di inattività, la Chiarazula Orchestra, che dal 1993 al 2001 ha accompagnato le commedie della compagnia teatrale di Casola e ha fatto concerti a sé. Per ora siamo solo ai primi passi del cammino, regna il mistero assoluto su come stiano andando le cose durante le prove. Ma se tutto procede come si pensa fra poco tempo i casolani potranno ascoltare le prime note di questa “rinascita”. Ne uscirà una splendida fenice o la creatura del dottor Frankenstein? È presto per dirlo, ma in ogni caso ringrazieremo, per l’ennesima volta, Daniele, per l’entusiasmo, l’amore, la pazienza, la capacità, il sostegno, la passione.

Michele Righini
Condividi questo articolo
FaceBook  Twitter