Ali nella notte…che sbattono alla ricerca di prede…Orecchie nella notte… che perlustrano molto vicino a noi…Malidentificate forme di vita che temiamo…e senza motivo!!!
Capolavori evolutivi, i pipistrelli, smuovono dentro di noi paure secolari: si attaccano ai capelli, succhiano il sangue, sono animali funesti e grandi amici di Dracula.
Tutto falso!

Ai capelli non si aggrappano, se sentono l’uomo possono essere un po’ curiosi, quindi è possibile che rimangano in volo lì attorno. Mordono, questo è vero, e fanno anche male, ma solo se li tenete in mano dopo la cattura. Alcuni succhiano il sangue, ma attaccano il bestiame e non si trovano da noi. In Europa sono diffusi solo piccoli pipistrelli che hanno una dieta prevalentemente insettivora, mentre nelle regioni esotiche si possono trovare specie carnivore che si nutrono di piccoli vertebrati quali altri pipistrelli, lucertole, rane, uccelli, pesci e invertebrati acquatici, non mancano specie ghiotte di frutta o di nettare, quest’ultime impollinatrici proprio come le api.
Il bagaglio di credenze negative che si portano dietro è uno dei motivi che rende l’ordine dei Chirotteri il più numeroso, ma meno conosciuto, fra gli ordini dei vertebrati italiani anche per le notevoli difficoltà che caratterizzano il loro studio: si preferisce dedicarsi ad animali più carini, più amati come gli uccelli o i delfini, o più comodi da osservare perché non abitano dentro alle grotte e non conducono vita notturna.
Agli occhi della scienza appaiono meravigliosi per svariati motivi. Unici mammiferi capaci di vero volo attivo raggiungono una velocità dai 20 ai 50 km/h, con frequenze dai 10 ai 40 battiti alari il secondo, e il patagio, ovvero le ali, funziona come un radiatore per raffreddarsi perché il volo fa alzare la temperatura enormemente e il pipistrello potrebbe fondersi!
Straordinari cacciatori per la presenza di un senso in più, l’ecolocalizzazione, un sistema di orientamento basato sull’emissione di ultrasuoni (fra i 15 e i 20 khz)
attraverso il naso o la bocca e l’ascolto degli echi riflessi dall’ambiente. In pratica, vedendoci poco con gli occhi e stando al buio, sì ricostruiscono un’immagine sonora di ciò che gli sta attorno, essenziale per il volo, per l’orientamento e per la localizzazione delle prede. Ottima strategia visto il successo di cattura dovuto inoltre alla mancanza di competizione diretta con gli uccelli diurni.
Sono animali molto specializzati, molto esigenti nella scelta dei rifugi e sensibili nelle fasi critiche del letargo e della riproduzione, in Italia contano il maggior numero di specie minacciate per la scarsità di rifugi, ma soprattutto per la gran quantità di veleni impiegati in agricoltura contro gli insetti, ma che inevitabilmente finiscono per colpire anche loro. Nonostante ciò i pipistrelli rappresentano l’ordine dei mammiferi con il maggior numero di specie dopo i roditori nel mondo.Il pipì più piccolo si trova in Thailandia ed è poco più grande di un calabrone.
Non so se avete già cambiato idea su questi eccezionali animali (fra l’altro sono morbidissimi da accarezzare, hanno una pelliccia abbastanza folta!). Se non l’avete ancora fatto sentite qua.
La zanzara tigre vi tormenta, pensate di costruire monumenti per omaggiare i pesticidi? Bè potrebbe andare peggio, se non ci fossero i pipistrelli, vere macchine da guerra: un adulto del peso di circa 25 grammi consuma ogni notte una media di duemila zanzare, una mole di insetti pari al suo peso. Purtroppo le zanzare prolificano molto, quindi fanno quello che possono!!!
E dove si trova questo esercito?
La maggior parte dei pipi-soldati che vedete in giro per il paese trovano rifugio nelle vostre case o nelle fessure degli alberi, mentre quelli più campagnoli hanno dimora nelle cavità della Vena del Gesso ed in particolare nella Grotta del Re Tiberio e nel reticolo di gallerie artificiali, lungo 20 km, scavato nel Monte Tondo. Qua si trova la seconda colonia riproduttiva di Ferro di Cavallo o Rinolofo Euryale (Rhinolophus Euryale Blasius, 1853) della Regione, praticamente della stessa dimensione di quella di Onferno (Rimini), con oltre 120 femmine (Scaravelli 2005), e tanti pipistrelli di altre cinque specie di interesse della comunità europea per il grande rischio d’estinzione che stanno correndo e di altre due specie comuni.
Il complesso ad elevato valore naturalistico, ospitante la cava e confinante con un sito di importanza comunitaria, è tuttora oggetto di studio.
Per quanto riguarda i pipistrelli si sta cercando di valutare il possibile impatto che le attività umane possono avere, anche in vista di un ulteriore recupero archeologico e un possibile aumento del numero di turisti e di speleologici. In sostanza occorre tenere monitorata la popolazione dei pipistrelli e mettere in atto tutte le misure per farli sentire il più possibile a loro agio e, non ultimo, occorre sensibilizzare le persone perché questi anmiali hanno un ruolo fondamentale nella scacchiera del pianeta e non esiste alcuna ragione per nascondersi sotto il letto!!!

Silvia Landi
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