Si può parlare di avventura all'Autogrill: nulla possono fare i tecnici casolani, muniti di fascette e cacciaviti, alle prese con un irascibile tubo idraulico della corriera che non si decideva a smettere di perdere.- Partenza ore 5.10 da Casola Valsenio,
- Destinazione 'Le Cinque Terre',
- Vietato tardare all'appuntamento, non si aspetta nemmeno un minuto, il treno a La Spezia non concede ritardi,
- Rientro ore 23.30 CIRCA, meglio sottolineare circa, non si sa mai.

Vi potrei riassumere così una qualunque gita riuscita per il meglio: bei paesaggi, bel tempo, nuove conoscenze, risate, battute, canti, mangiate e chi più ne ha più ne metta.
Sono lieto di dirvi che non solo questo ha caratterizzato la gita organizzata dal C.F.C., ma ben altro hanno dovuto affrontare i passeggeri e l'autista che hanno avuto la fortuna di esserci stati. Mi dispiace per chi non c'era perché penso che tutti i presenti sarebbero ripartiti la mattina dopo se sapevano come sarebbe andata a finire. Forse non proprio la mattina dopo... ma la successiva sicuramente.
Partenza con ben cinque minuti di ritardo, gente ancora assonnata, altri reduci da un sabato sera concluso alle 4:45 e, ancor più strano, clandestini che cercavano di intrufolarsi perché speranzosi di dividere con noi le gioie di questo piccolo Tour. Proprio così tutto ebbe inizio.
Qualche chilometro prima di arrivare a La Spezia, il pullman ha dato i primi sintomi di incertezza, le spie segnalatrici di guasti hanno iniziato a impazzire e di conseguenza eccoci alla prima fermata che all'andata non era prevista. La diagnosi è stata chiara: un tubo ad alta pressione perde olio e i livelli sono scesi sotto al minimo. Soluzione: recuperare olio sufficiente per arrivare alla Stazione di La Spezia, per il ritorno poco importava, il tempo a disposizione per sistemare la corriera o per farne arrivare un'altra ci sarebbe stato mentre noi visitavamo il paese.
Dopo 20 minuti circa il pullman era pronto per ripartire. Peccato però che la coincidenza delle 9:30 a La Spezia stava sfuggendo a meno che non fosse stato in ritardo anche il treno.
Scaricati alla stazione alle 9:34, tempo per raggiungere il binario, ecco, la fortuna era dalla nostra parte, per cause a noi ignote il treno ci stava aspettando e così il primo traguardo è stato acciuffato: tutti puntuali alle Cinque Terre.
La giornata era favolosa e ci siamo incamminati lungo il sentiero che congiunge i 5 paesini affacciati al Mar Ligure.
Personalmente mi sono divertito molto ed ho visto gli altri fare altrettanto, respirare quell'aria, che rilassa e disintossica dalle fatiche accumulate durante la settimana, stava facendo effetto su tutti.
I fotografi avevano materiale a cui ispirarsi, i bambini erano entrati in competizione e sfrecciavano lungo i sentieri che collegano le Cinque Terre, per loro era una gara molto importante con distacchi cronometrati al fine di raggiungere la gloria del più resistente, tutti gli altri erano distratti da altre alternative, chi con occhi rivolti alla gastronomia locale, chi attratto dall'ambiente molto suggestivo, chi chiacchierava con persone che sembrava non vedesse da secoli, e chi si rilassava.
... e così siamo arrivati a Monterosso (ultima tappa) con un po' di fatica nelle gambe, ma con il retrogusto dei bei momenti trascorsi durante il percorso.
La giornata è stata molto calda e la voglia che fremeva un po' a chiunque era quella di bagnarsi nell'acqua cristallina. Molti, me compreso, si sono bagnati i piedi ma, sentita la temperatura dell'acqua, non avrei mai potuto dire che Nicola Cabua osasse rimanere in mutande per poi tuffarsi in mare con grande decisione . Il bagno è stato molto rapido ma sono convinto che sia stato per lui altrettanto intenso.
18:30: la giornata era giunta al termine, Franchino, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato a prenderci. Iniziava a sentirsi nell'aria l'odore di casa, saliva un po' quell'amarezza che si prova tutte le volte che si giunge al termine di qualcosa di bello.
Questo momento di stasi non è però durato molto, infatti dopo pochi chilometri del viaggio di ritorno la corriera rincominciava a fare le bizze, le stesse spie della mattina si sono riaccese e il cruscotto sembrava un alberello di Natale con tante luci colorate (sto esagerando un po', ma è più divertente).
Eccoci qua fermi ad un Autogrill.
Franchino, ormai collaudato dalla mattina, si è rimboccato le maniche e si è incamminato a fare rifornimento d'olio. Nel frattempo si è formato uno dei migliori team pronti ad affiancare il nostro autista durante l'intervento al tubo che non si dava per vinto. Tutti all'opera, chi recuperava fascette, chi cacciaviti, chi gomma, chi nastro adesivo americano, chi carta di giornale per limitare lo spargimento d'olio, chi chiavi inglesi, chi panini da mangiare mentre si guardava la scena, chi rullini fotografici per immortalare l'evento e c'era anche chi iniziava già a bere per dimenticare. L'intervento è durato più di un'ora ma alla fine come in tutte le storie a lieto fine siamo stati costretti a parcheggiare la corriera. Nulla da fare, bisogna trovare un altro mezzo di trasporto, ma purtroppo il 25 Aprile è difficile reperire corriere perché sono quasi tutte impegnate, inoltre ci trovavamo ben 3 ore e mezzo distanti da Casola.
Qui sono incominciati i malumori. Ci mancherebbe altro: era domenica sera e i bambini il giorno dopo volevano andare a scuola a tutti i costi, i lavoratori pure (si sa che la domenica tutti fremono per rivedere il giorno dopo i propri colleghi di lavoro). In più, dopo tutte queste buone motivazioni per essere leggermente irritati se ne sono aggiunte altre. La più seria l'ha sollecitata Moraca dicendo: 'Il problema grosso è che se dobbiamo fermarci in parecchi Autogrill mangiamo troppo!'.
Eh sì, la situazione era grave, l'illusione di arrivare a casa con qualche chilo perso durante la passeggiata si stava sgretolando, ma come si fa a dire di no alle delizie dell'Autogrill? Fortunatamente dopo qualche minuto gli animi si sono placati e ci siamo messi il cuore in pace: meglio riderci sopra. Così è stato: i più stanchi sono rimasti in corriera a guardarsi un film mentre un gruppetto ha scelto di rimanere fuori al fresco piuttosto che respirare gli inevitabili odori che iniziavano a trasalire tra un seggiolino e l'altro.
È stata una serata strampalata e devo ammettere che durante l'attesa mi sono divertito parecchio.
Vi dico in due parole come è andata a finire: siamo rimasti fermi circa 4 ore e mezza poi Franchino dopo tante telefonate è riuscito a contattare un autista della zona appena rientrato da un'altra uscita il quale ci ha accompagnati fino a Parma, dove ci aspettava una corriera che nel frattempo ci era venuta incontro da Riolo.
Le 23:30 CIRCA sono diventate le 3:45 del mattino, ma c'è chi è andato peggio di noi, Franchino ha dovuto aspettare a La Spezia che gli riparassero la corriera ed è rientrato che il sole era già bello sollevato.
Tutto è bene quel che finisce bene e come ha detto non so chi durante la gita: meglio un tubo della corriera che un tubo dell'aereo.
Appuntamento alla prossima gita, io ci sarò e non vedo l'ora di sentire prima della partenza i 'Ti ricordi quella volta che...'
Nicola Rinaldi Ceroni

P.S.: io avevo dato pienamente fiducia al 'Nastro adesivo Americano', che ingenuo!!!!

Entro la settimana mettiamo, di seguito all'articolo, qualche foto che Umberto ha scattato. Colgo l'occasione per ringraziarlo.
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