Riceviamo e pubblichiamo con piacere una lettera di Giovanni Giacometti, agricoltore, riguardante il Parco della Vena dei Gessi, argomento di cui si è molto parlato anche sul nostro sito in questi ultimi tempi. Ringraziamo il signor Giacometti e ci auguriamo che possa ricevere risposta da chi è competente, naturalmente ribadendo che il nostro sito è lieto di ospitare tutti i pareri su questo e altri problemi.

Una vita dedicata al lavoro, alla terra e alla famiglia, gocce di sudore per costruire quello che ho.Ciò che ho ricevuto dai miei genitori l' ho sempre difeso e ho cercato di mantenerlo e migliorarlo, nel rispetto delle persone, degli animali e della natura.
Ho passato anni difficili pagando soldi per tutto e per tutti, lavorando sempre senza conoscere feste, ma a testa alta e con dignità sono sempre andato avanti.
Ora siamo qui di nuovo, con pseudo-politici che da dietro una scrivania dettano legge calpestando uno dei diritti fondamentali della democrazia, pensando in pratica di fare quello che vogliono della mia proprietà privata.Le amministrazioni comunali di Casola Valsenio e Riolo Terme hanno pensato bene di non inserire all'interno del 'Parco della vena dei Gessi ' la loro proprietà privata: la Cava di Monte Tondo.
Salvaguardare la Vena dei Gessi vuol forse dire distruggere un monte?
Coloro che pensano di insegnarmi a rispettare e proteggere il Gesso sono gli stessi che ne hanno autorizzato l'estrazione.Quanti, in una bella giornata di sole, decidono di fare una passeggiata lungo il crinale di Sasso Letroso passano per i sentieri che, io o qualche altro proprietario, abbiamo custodito e pulito, mentre a Monte Tondo l'accesso è vietato.Per quale reale motivo la più grande cava di gesso a cielo aperto della regione non può essere chiusa, mentre sulla mia terra devono essere imposti vincoli?
Sicuramente la cava ha un interesse economico-politico molto più rilevante della mia realtà ma purtroppo o per fortuna esisto anch'io e nessuno può dimenticarlo.
Ho sentito persone favorevoli a queste proposte e le rispetto, ma mi chiedo che rispetto hanno avuto nei miei confronti coloro che in trenta minuti il 15 febbraio hanno deciso del mio futuro?
La costituzione del Parco è realmente mirata a salvaguardare questa zona o è una scusa per incassare fondi statali ed europei da parte degli enti pubblici e privati che col gesso non hanno nulla in comune?
Io in questa realtà ci vivo e sopravvivo da sessant'anni e non chiedo quei fondi che considero solo 'un piccolo contentino' a fronte di moltissimi vincoli che mi sarebbero imposti e che mi impedirebbero di continuare a fare l'unica cosa che mi piace e mi interessa veramente: lavorare la mia terra.
Mi hanno sempre insegnato che con le forzature e le imposizioni non si ottiene nulla di buono ed, anche se ai più forse non interessa, il Parco nella mia terra non lo voglio.

Giovanni Giacometti
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