Finalmente dallo scorso 1° gennaio del 2005 non è più obbligatorio svolgere il servizio di leva, conquista non irrilevante per il cittadino/ragazzo che all'età di 19 anni, o di età superiore perchè intrapresa la strada universitaria, si vedeva chiamato a ricoprire per un anno una mansione che non gli poteva minimamente interessare, lontano da casa e mal retribuita.
Per fortuna già dal 1972 era stata introdotta nel nostro ordinamento la possibilità di fare obiezione di coscienza al servizio militare, ed andare a ricoprire un ruolo socialmente utile, ma questa risultava essere un' alternativa al problema, non la soluzione. Questa avveniva prima come dichiarazione di coscienza di essere contrari alle armi e ti precludeva certi tipi di hobby, poi come semplice scappatoia nei confronti di un anno perso ai comandi di persone a cui dovevi rivolgerti con 'Signorsì'. Non ci vuole tanto a capire che il diritto inalienabile dell'individuo a disporre di se' stesso veniva travolto da una tradizione e soprattutto da esigenze organiche militari obsolete. I fortunati inizialmente dovevano essere solo i ragazzi nati nel 1986, perchè l'abolizione della leva sarebbe intervenuta nel gennaio del 2007, ma con questa anticipazione della sospensione del servizio, con legge del 23 agosto del 2004, si sono aggiunti tutti coloro che al 31 dicembre scorso erano in possesso di un rinvio valido.
Quindi a partire dal 1° gennaio c.a. il servizio militare è volontario: chi lo vorrà svolgere potrà farlo nell'Esercito, in Marina e nell'Aeronautica come Volontario in Ferma Prefissata (VFP) per la durata di un anno o quadriennale, con possibilità di conferme. A questi volontari sono riservati l'accesso alle carriere delle Forze di Polizia, civile e militare, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo Militare della Croce Rossa. Avranno diritto anche ad una retribuzione adeguata, prevista inizialmente in 850 Euro poi in 980 Euro. Tutto ciò per avere a disposizione personale in possesso di un'adeguata professionalità di base.
Ovviamente le lamentele non sono mancate da parte di quelle associazioni che potevano godere e far tesoro dell'esercito degli obiettori di coscienza. Oggi si lamentano, ma non vogliono tener conto che alla base dell'obiezione di coscienza, essenzialmente, non c'era la voglia di rendersi utile in qualche biblioteca comunale o alla segreteria telefonica di qualche associazione no-profit, ma solo il desiderio di non vestir la divisa per un servizio militare inutile, l'alternativa obbligatoria era il servizio civile, e per questo sono sempre stati tanti e sempre in aumento i giovani obiettori.
Qualche tempo fa lessi che addirittura le domande come VFP erano superiori alle richieste, mi auguro che ciò si verifichi nelle associazioni di volontariato civile, per non incorrere in un prossimo futuro in una forma di coscrizione civile obbligatoria.

Claudio Dardi
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