Ma questo è l'inizio di un'altra storia'... termino così un breve ricordo di don Elviro Guidani richiestomi da Giacomo Giacometti per commemorare il 40° della morte del nostro compianto ed indimenticato arciprete.
Lo dicevo a proposito del primo incontro che ebbi con l'allora giovane prete dai capelli pepe sale mandato a Casola a sostituire don Elviro. Ora il giovane prete dai capelli pepe e sale è diventato l'autorevole monsignor don Giancarlo Menetti, nostro parroco ahimè!!! da ormai 40 anni (matureranno ad Aprile). Ahimè per me, che allora di anni ne avevo 20!
Era trascorsa qualche settimana da che don Elviro ci aveva repentinamente lasciati, accompagnato dalla sua cara mamma, in un succedersi di eventi improvvisi e fulminanti che aveva lasciato attonita tutta la nostra comunità. In parrocchia vigeva una specie di interregno, un momento sospeso vissuto fra la nostalgia e la malinconia del ricordo ed un'attesa perplessa e preoccupata.

Come responsabile del gruppo scout, avevo libertà d'accesso allo studio dell'arciprete ed un bel giorno, entrando, trovai don Giancarlo in compagnia del 'Ronce', che mi aveva preceduto, primo fra i casolani, a dare il benvenuto al nuovo parroco.
Cominciò allora l''altra storia' che con queste brevi righe vorrei ricordare, avvicinandosi il giorno in cui don Giancarlo celebrerà i suoi 40 anni di attività pastorale a Casola.
Dopo l'episodio sopra ricordato facemmo appena in tempo a conoscerci perché, a distanza di qualche settimana, partii militare, ma fu un incontro intenso che bastò a sancire ed a porre le basi di una profonda amicizia e di una fraternità spirituale che dura tuttora e che ha superato indenne, in anni passati, anche qualche momento di difficile comunicazione e comprensione.
Ho detto 'fraternità' spirituale, anche se sarebbe più corretto, sotto il profilo ecclesiastico, fra parroco e parrocchiano, parlare di 'paternità', ma, correttezza ecclesiale a parte, è fraternità la parola giusta, perché fin da subito, pur non venendo mai meno in me la consapevolezza ed il rispetto per la sua specifica autorità spirituale, fui naturalmente portato a relazionare con quel giovane sacerdote con la libertà, la cordialità e la franchezza tipiche di un rapporto fraterno. Don Giancarlo me lo ha sempre permesso e da allora è sempre con questo spirito che ci siamo incontrati e, talvolta, poche, anche scontrati.
Quarant'anni sono una vita, e riassumere una vita in poche righe è sempre un'impresa difficile.
Gli scouts, la stanza, Lo Specchio, la Cooperativa Sasdelli, i campi, un viaggio a Roma con i ragazzi in 'Benelli 48', gli oltre 20 pellegrinaggi a piedi a Boccadirio, 15 anni di catechismo, le acquisizioni patrimoniali della parrocchia e le conseguenti ristrutturazioni: Valbianchino, i frati, ed ora il pesantissimo ma entusiasmante onere degli Olmatelli e della sala dell'ex cinema Acli.
Tutti eventi che ho condiviso con don Giancarlo con diversi gradi di impegno e di coinvolgimento personali, eventi comunque che contraddistinguono un'epoca della nostra parrocchia e che hanno caratterizzato ed a volte trasformato la nostra comunità.
E quanto sopra solo per citare le iniziative in cui ho avuto una partecipazione attiva diretta, perché tante altre se ne devono aggiungere nelle quali la mia personale partecipazione è stata solo sporadica e delle quali praticamente sono stato solo testimone, ma che per la nostra comunità parrocchiale ed il suo rapporto con il parroco hanno significato moltissimo: ricordo ad esempio il lungo ciclo di rappresentazioni di teatro dialettale di cui don Giancarlo è stato a suo tempo anima e regista, le corali, ma soprattutto, evento fra gli eventi, iniziativa principe, la Misericordia, la confraternita di soccorso e di assistenza ai malati fortissimamente voluta e fondata da don Giancarlo.Una di quelle istituzioni che per il loro fine e la loro natura segnano profondamente e fanno maturare una comunità, ne accrescono il livello di civiltà e lo spirito di solidarietà e contribuiscono in modo determinante ed efficace a risolvere problemi reali e concrete necessità.
La Misericordia si pone certamente nello stesso solco delle Opere Pie (altra istituzione cara ai casolani e sommamente prestigiosa, sia per la sua antichissima tradizione che per l'importanza e l'efficacia della sua azione) ed il fatto che don Giancarlo se ne sia fatto promotore e convinto ed instancabile sostenitore costituisce di per se stesso un merito grandissimo ed un esempio di lungimiranza e di dedizione alla propria missione di pastore.
Tutto ciò senza dimenticare il quotidiano, il santo ma a volte logorante impegno pastorale giornaliero: il servizio sacramentale e liturgico, l'assistenza spirituale, la formazione catechistica, la scuola (per tanti anni), i rapporti con i fedeli, sempre più difficili e complicati in un mondo in continua evoluzione e sempre più caratterizzato da atteggiamenti critici e di indifferenza religiosa, il difficilissimo rapporto diretto con i giovani, non più temperato e mediato, come un tempo avveniva, dalla presenza attiva e dinamica di un giovane cappellano, la difficoltà di doversi continuamente rapportare generazioni diverse, con linguaggi ed esigenze diverse, con poche speranze di trovare comprensione per le proprie personali stanchezze e debolezze. Perché è ovvio che da un sacerdote ci si aspetta sempre un atteggiamento quasi perfetto e poco si è disposti a perdonare, dimenticando che sotto il profilo umano un sacerdote è un uomo esattamente come qualsiasi altro (gli apostoli sono lì a dimostrarcelo).
Non si può infine tacere e dimenticare una specifica e specialissima, anche se poco conosciuta, attività pastorale e di assistenza spirituale e materiale svolta a favore della comunità di recupero 'Incontro' per giovani ex tossicodipendenti voluta da don Gelmini a Frassineta e presso la quale don Giancarlo si reca immancabilmente da molti anni il sabato, tornando spesso a notte inoltrata.
Ho avuto, e spero di poterlo conservare ancora a lungo, il privilegio di un rapporto molto personale, costruttivo e spesso confidenziale con l'Arci il quale mi ha sempre gratificato della sua massima stima e grande fiducia. Non ricordo che mi abbia mai detto un no, talvolta glielo ho detto io.
Lo conosco per una persona molto disinteressata, rigoroso nell'amministrare le risorse della parrocchia alla quale non ha mai sottratto uno spicciolo, anche per necessità di cui avrebbe avuto diritto, ma alla quale viceversa spesso ha dato anche del suo, specie nei primi tempi, quando dovette far fronte ad una difficile situazione economico finanziaria pregressa.
Credo di essergli stato buon amico, anche se non gli ho mai risparmiato il mio franco e sincero parere critico tutte le volte che non condividevo le sue scelte. Coloro che mi conoscono bene sanno quando posso essere ruvido e pungente quando le ruote mi girano storte ma l'Arci, a parte qualche esasperata sbuffata ogni tanto, ha sempre accettato il confronto e mi ha sempre concesso la sua responsabile attenzione, spesso mi ha dato ragione.
Caro don Giancarlo, per tutto quanto sopra detto credo spetti a me per primo, e penso di poterlo fare a nome di tutta la Parrocchia, ringraziarti per i 40 anni trascorsi in mezzo a noi e per il tanto che ci hai dato durante la tua missione pastorale. Il prossimo anno celebrerai il 50° della tua prima S. Messa, un bel traguardo per un 'povero prete'.
Allora... lunga vita Arci, nei prossimi giorni pregherò per te e non ho dubbi che i fratelli e i figli casolani faranno altrettanto. Tu, come sempre, ricordati di noi.

Alessandro Righini
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