Il raduno e la sfilata dei reduci dei Granatieri del Gruppo di Combattimento Friuli, avvenuto domenica 15 settembre, sollecita una riflessione. Come nei precedenti raduni, compreso quello per l’inaugurazione della lapide ai caduti del Reggimento San Marco, a parte i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni d’arma locali, espressamente invitati, si notava la pressoché totale assenza ed indifferenza dei casolani.
Una situazione che ingenera nei partecipanti non casolani ai raduni una considerazione negativa sulla popolazione di questo paese, che appare poco sensibile, se non indifferente, nei confronti di chi ha combattuto o dato la vita per la liberazione di Casola Valsenio.
 
Ma la causa di questo non è, a mio parere, da addebitarsi alla scarsa sensibilità dei casolani ma alla situazione che via via si è venuta a creare riguardo al ricordo materiale degli avvenimenti della seconda guerra mondiale nel nostro paese; ricordo che spazia dagli Alleati all’Esercito Italiano ma non fa cenno degli abitanti di Casola. 
Nelle vie e piazze del paese troviamo infatti lapidi, targhe e monumenti dedicati ai granatieri del Gruppo Friuli (che in realtà operò nel settore di Brisighella e Riolo), agli Ebrei, ai caduti del Reggimento San Marco e agli Indiani. A proposito della targa dedicata a questi ultimi si legge che liberarono Casola quando in realtà il paese era già stato abbandonato dalle truppe tedeschi e proprio per questo, ma nel testo non vi è alcun accenno,  quattro partigiani casolani , rischiando al vita a causa delle mine, si recarono al comando alleato agli Ardenghi per far cessare il cannoneggiamento sul paese e due di essi guidarono poi una pattuglia indiana fino a Casola che perlustrò l’abitato senza sparare un colpo. E’ vero che in occasione del 25 aprile vengono deposte corone al Monumento ai Caduti casolani del Parco G. Cavina  con riferimento quindi anche ai caduti della seconda guerra mondiale, ma sul fronte del basamento campeggia solo la dicitura in memoria dei caduti della guerra 1915-1918.
Così che un visitatore che gira per Casola ha l’impressione che i suoi abitanti non abbiano partecipato alla Lotta di Liberazione, che non abbiano patito lutti e sofferenze e che si siano limitati ad assistere a scontri e combattimenti tra i tedeschi da una parte e gli Alleati e truppe dell’Esercito Italiano dall’altra. Ed invece non è così. Basta ricordare che la popolazione di Casola ha pagato il prezzo dell’ultima guerra con 183 morti, di cui 15 partigiani  e patrioti, 51 militari e 117 civili. A questi si devono aggiungere le sofferenze dei feriti e i danni materiali: 68 edifici distrutti o gravemente danneggiati in paese e 132 nel forese; 60 ettari di terreni minati e la razzia di 613 bovini, 355 ovini e 627 suini. 
E’ un sacrificio testimoniato dalla Croce al Valor Militare attribuita nel 1985 con decreto del Presidente della Repubblica al Comune di Casola Valsenio con la seguente motivazione: “Vivaio di fieri cittadini animati da profondo amor patrio ed ardente desiderio di libertà, coraggiosamente sostenne e alimentò la lotta contro il nemico oppressore. Sopportò con fermezza sacrifici e distruzioni, offrendo alla causa della Resistenza dolori sangue e lutti”.
Credo che per rispetto alla storia e per rendere giustizia alla comunità casolana il prossimo anno, 70° anniversario della liberazione di Casola o il 25 aprile 2015, 70° anniversario della Liberazione d’Italia, rappresentino l’occasione per collocare, ad esempio sul fronte del municipio o della Casa della Cultura, una targa con la motivazione della concessione della Croce. Nello stesso tempo credo nell’opportunità per motivi di razionalizzazione organizzativa ed economica; per poter contare su un’ampia partecipazione di reduci, di rappresentanze militari e civili e di cittadini e soprattutto perchè partigiani civili e militari affrontarono insieme le sofferenze della guerra, di unificare nella data del 25 aprile le celebrazioni riguardo agli avvenimenti della seconda guerra mondiale, salvo le cerimonie a Monte Battaglia e Monte Cece. 
 Inoltre, affinchè i testi delle lapidi e targhe non appaiono sempre più parole vuote a causa del ricambio generazionale sarebbe opportuno che di anno in anno, in concomitanza con le celebrazioni del 25 aprile, si tenessero conferenze o brevi lezioni sui vari aspetti della guerra nel territorio casolano prendendo spunto, di volta in volta, da quanto è ricordato nelle lapidi e targhe del nostro paese.
Sperando che queste mie parole siano spunto per una riflessione sulla storia del nostro paese e su come ricordarla e testimoniarla
 
Beppe Sangiorgi
 
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