Raccontare un’esperienza di volontariato come quella che ho scelto di fare per quindici giorni non è facile. Sicuramente le cose da narrare sono tante e non tutto si riesce a scrivere in un foglio. Tenterò quindi di raccontarvi la Moldavia che ho visto io, a descrivere le mie esperienze e sensazioni provate in quei giorni, dedicati a una terra, a un popolo e soprattutto a bambini meno fortunati.

Il periodo è trascorso tra il volontariato a fianco di bambini e esplorazione di quella capitale, Chisinau, così diversa dalle città italiane che attirava la mia attenzione di continuo. Città immersa nel verde, dicono la più verde del mondo, tutto era una novità mentre giravamo per quelle strade costeggiate da grandi alberi, non illuminate di notte, senza parcheggi e con poco traffico. Per spostarci da un punto all’altro usavamo i 'micro-bus' (furgoncini usati per il trasporto merci da noi) che si fermano dove vuoi, basta chiedere. Quando piove tutto si trasforma in un grande fiume perché i tombini delle fognature non ci sono, se non in centro. Una domenica pomeriggio siamo andati al mercato che è molto grande, ma anche molto povero, tanti venditori non hanno il banco su cui appoggiare la roba e sorreggono con le mani, vestiti, quaderni, frutta... Alcuni vendono perfino uova già rotte, perché non tutti possono permettersi di comprare quelle intere. È una città ancora molto indietro e povera, ma anche molto bella e caratteristica agli occhi di una straniera quale ero io.
In questa città io ci sono andata per fare volontariato, con l’AiBi –amici dei bambini- nostro punto di riferimento per ogni evenienza. L’associazione aveva già prima della partenza stilato il nostro “programma di lavoro” e Alberto ed io, mio compagno di avventura, con tanta volontà ci siamo gettati nell’impresa. Le nostre attivita’ si sono svolte in due differenti strutture: la mattina con i bambini dai due ai cinque anni della casa famigli Aschiuta, il pomeriggio con quelli piu’ grandicelli del centro Divertis.
Era bello iniziare la mattina circondati dalle urla dei bambini che attraverso gesti, sorrisi e pianti dicono piu’ che con mille parole. Le attivita’ proposte venivano accettate con entusiasmo e grande curiosita’. Sergio che incollalava con estrema precisione pezzetti di carta colorati e Dan che modellava la pasta di sale dando forma alle sue fantasie. I grandi, azzurri e tristi occhi della timida Vica... e ancora quelli bellissimi delle gemelline che guardandoci cercavano di ottenere il permesso di salire sulle spalle per fare il gioco del cavallo. Bastavano piccoli gesti affettuosi per vedere nascere grandi sorrisi da questi piccoli scalmanati, potergli dare anche solo questo per me era gia tantissimo. Così innocenti e già tanto sfortunati a quella età, costretti a stare lontani dalla famiglia, perchè non ce l’hanno o non li accettano oppure non possono tenerli per svariati motivi, ma mentre ero là cercavo di non pensare a tutto questo, perchè la cosa più importante era vederli felici, allegri e spensierati.
Il pomeriggio, col nostro simpatico micro-bus, ci recavamo a Durlesti, una zona fuori dal centro di Chisinau. Appena scesi dal piccolo trasporto, lo spettacolo era un po’ da mani nei capelli: palazzi rovinati e molti senza vetri alle finestre (nell’inverno moldavo la temperatura può arrivare fino a meno 25°), le strade non sono asfaltate e con cumuli di spazzatura un po’ in tutte le parti. In quelle case abitano i bambini che il pomeriggio si recano al Divertis, un centro giochi pomeridiano che nasce all’interno di una scuola elementare. La stanza è piccola e accogliente, tutta colorata e con giochi negli scaffali.
Già dal primo pomeriggio, trascorso con i bambini, si è creato un clima di complicità e voglia di fare. Prima di partire avevamo progettato di realizzare un musical e con l’aiuto degli animatori moldavi la cosa è riuscita alla grande. Trenta bambini vestiti da api che cantavano e ballavano canzoni italiane e moldave, uno spettacolo che ha attirato un pubblico caloroso, proveniente dai molti dei centri AiBi e che è stato un successone. Il grande impegno che ci hanno messo ad imparare il tutto e la soddisfazione che trapelava dai loro occhi nel aver imparato canzoni italiane da “veri italiani”. Il desiderio che stessimo lì con loro per sempre e il grande affetto dimostrato in tante situazioni. Non ho quasi mai compreso una parola di quello che dicevano, ma mi hanno fatto capire benissimo, e io a loro, che tutto quello che abbiamo vissuto è stata bello e importante. La parola non è l’unico modo di comunicare, e questo lo sappiamo tutti, ma provarlo sulla mia pelle è stato esaltante.
Tutto questo è solo una minima parte di quello che ho vissuto in quei quindici giorni. Un esperienza di quelle che lasciano il segno mi diceva chi l’aveva già fatta, come dargli torto. Quali sono i motivi di questo segno…? I bambini, l’umanità, i piccoli gesti, le grandi diversità….. potrei stare qui a elencarli per ore, ma credo che una delle cose più lampanti, almeno per me, è la grande carica e felicità che ho provato a cercare di rendere felici gli altri, e con l’unica cosa che avevo: me stessa, con una buana dose di esperienza scout, tanta grinta e buona volontà. Tutto questo non ha prezzo, provare per credere…


Per chi volesse saperne di più sull’associazione “Amici dei Bambini” può visitare il sito www.aibi.it

Federica Faziani
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