Abbiamo, più volte in questi giorni, avuto l’occasione di ringraziare la Provvidenza per aver preservato l’incolumità fisica dei Casolani nel grave frangente della frana del campo sportivo. 126 anni fa purtroppo un analogo fenomeno , la frana della Valibona, nei pressi del ponte della Soglia sulla sponda destra del Senio, si risolse in modo assai più tragico, con un alto numero di vittime ora ricordate da un cippo nel nostro cimitero.

Facciamo memoria dell’avvenimento dell'anno 1889 riproponendo la pubblicazione del resoconto che, alcuni giorni dopo la disgrazia, ne fece al Vescovo l’allora arciprete di Casola don Raffaele Gardenghi. Il resoconto fu già a suo tempo  pubblicato sul n.161 de Lo Specchio del Febbraio 1989, a cura del nostro “Arci” Mons. Giancarlo Menetti,  nel centenario del tragico evento.

 

LETTERA DELL’ ARCIPRETE DON RAFFAELE GARDENGHI A S. ECC. REV.MA IL VESCOVO DI IMOLA

Casola Valsenio 25 Gennaio 1889

Ecc.za Rev.ma

Faccio all’ Ecc.za Vostra Rev.ma ricevuta delle lire 300 speditemi quale sostentamento erogato a soccorso dei poveri superstiti della frana. Io poi vivamente la ringrazio della splendida e generosa offerta come pure a nome di ciascun membro del Comitato formatosi per la distribuzione dei sussidi. Comitato del quale fra gli altri faccio parte io e il sig. Orazio Berti Sindaco, che ha avuto inoltre l’incarico di ringraziare l’Ecc.za Vostra Rev.ma per il telegramma.

Io poi pensando eziando alle anime delle povere vittime ho disposto di celebrare martedì venturo 29 del  c.m. un ufficio di settima al quale con lettera ho invitato tutti i parrochi del Comune a volersi prestare ad opera sì pietosa colla gratuita celebrazione del S. Sacrificio della Messa; ma questo ufficio nonostante l’opera gratuita di tutti i parrochi e sacerdoti comporterà una leggera spesa per l’apparato, catafalco ecc…

Vostra Ecc,za spero vorrà gradire, benché in ritardo, una qualsiasi particolareggiata notizia del fatto.

Era la mattina del 21, circa alle ore 4. Io stavo leggendo in letto;  sento un soffio che pareva vento impetuoso, poscia una scroscio di una frana per circa quasi 10 secondi; tendo le orecchie come suol farsi in simili circostanze e sento gridare aiuto.

Sbalzo dal letto colla sola camicia da notte, prendo dal porta panni un tabarro ed esco fuori. Vado al Muraglione, scambio alcune parole con persone accorse alle finestre delle case vicine e in quel momento succede un secondo scroscio di frana.

Crescono le grida di aiuto; guardo in su e veggio una gran nube di polvere.

“ Oh Dio – sento gridare – sono cadute le case del ponte !” . Entro in fretta in casa, mi metto i soli calzoni, vado a prendere l’olio Santo, do alquanti rintocchi alla campana per chiamare soccorso, e corro di gran corsa diffilato là dove era successo il disastro.  Trovo fuori delle persone delle case rimaste illese le quali sono due e precisamente quelle sulle porte delle quali, al di fuori, eravi l’immagine di Maria SS,ma. “Ebbene – dico loro – cosa  è successo?”  “Sono cadute le case, guardi là”. Guardo e dove prima erano le case non vedesi che un monte di terra franata.

Giungono altre persone, si gira per le macerie di qua e di là, sentonsi lamenti e voci di aiuto. Trovasi un povero disgraziato coperto di travi infrante e di sassi. Si estrae ferito e grondante di sangue; e c’era con lui una donna rimasta però illesa sotto la cappa del camino e buon per lei che erasi alzata alla 2 per rattoppare i panni al marito rimasto morto nel letto.

Sentonsi altre voci di aiuto: “Fate presto, liberatemi che ho mia moglie accanto a me che è morta !”. Si cerca di salvarlo; erasi giunti a lui, anzi di mezzo alle macerie erasi potuti  somministrargli un bicchierino di cognac, ma disgraziatamente succede una nuova caduta di terreno e quel misero vi rimase soffocato.

Sentonsi altre grida di sopra la frana; allora io con due giovanotti con un paio di torce in mano a stento tentiamo  di andar su per la frana diroccata. Finalmente si giunge in cima con grande pericolo della vita.

A forza di salti per grandi crepacci del terreno,  arriviamo vicino ad una casa tutta diroccata e spostata di quasi 7 o 8 metri.

Ci viene incontro un uomo quasi ignudo, “Siete salvi ?” Gli dico. “Sì, tutti salvi” Lui e due figlie, le quali veggio colla sola camicia sedute sopra dei sassi quasi intirizzite dal freddo. Le prendo per le mani e passando di nuovo per lo stacco della frana le consegno a persone chiamate in soccorso. Torno sul luogo di prima per vedere di poter salvare altri, ma quantunque al salvataggio siano accorse più di 200 persone, nessun altro si è potuto salvare.

Si prosegue il salvataggio fino a tarda sera e non si estraggono se non informi cadaveri in numero di 20. Il giorno seguente, verso le tre pomeridiane, un gran carro funebre accompagnava al cimitero quei 20 disgraziati, preceduto dal clero secolare e regolare e seguito da un lungo corteo  fra i quali  le autorità locali, il Maggiore dei carabinieri di Ravenna, il Tenente di Faenza, quello di Riolo, il delegato di P.S. (Pubblica Sicurezza) di Castelbolognese nonché il Prefetto di Faenza.

Questo è ciò che doveva accennare all’Ecc.za V. Rev.ma e ripromettendomi di nuovo compatimento e perdono mi prostro al bacio della mano e con ossequi e riverenza mi dico

Um.mo  Dev.mo Servitore

Arc. Raffaele Gardenghi

ELENCO DELLE VITTIME ( dal registro defunti della parrocchia )

Cenni Rosa                         a. 51

Chiarini Domenica           a.   6

Chiarini Lucia                     a.   1

Cavina Giuseppe             a. 51

Cavina Annunziata          a. 16

Cavina Battista                 a.   8

Cavina Giovanni               a. 39

Cavina Francesco            a. 12

Domenicali Veronica      a. 36

Galassi Mariarosa            a. 73

Morini Domenico            a. 53

Poggi Giovanni                                 a. 38

Pederzoli Maria               a. 31

Piancastelli Enrico           a. 25

Poggi Ermenegilda          a.   9

Poggi Teresa              mesi   6

Piani Domenico                               a. 62

Selva Domenica               a. 48

Scheda Giacomo             a. 33

Salieri Gaspara                 a. 70

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