SI E’ CONCLUSA NEL PEGGIORE DEI MODI LA VICENDA DELLA COSTITUZIONE DELLE A.S.P.

Con il primo gennaio 2015 si è conclusa (quasi) la più che decennale questione del cosiddetto “riordino delle Opere Pie” e, a mio avviso, si è conclusa come peggio non era possibile.

Mi è già stato detto che il mio è “un pensiero che fa presto a sfociare nel qualunquismo” e quanto sto per esprimere porterà ulteriore nutrimento a quella tesi, ma non sarà questo a modificare la mia idea che, anche se non condivisa, dovrebbe pur sempre essere considerata legittima. Ho sempre dichiarato, e confermo ancora oggi, la mia contrarietà alla soppressione delle Opere Pie ed alla loro sostituzione con Aziende, ma non ho mancato di dare il mio modestissimo contributo per cercare di ridurre al minimo le negatività che potevano derivarne; ho anche proposto emendamenti (regolarmente non presi in considerazione) allo statuto ed alla convenzione della costituenda A.S.P. della Romagna Faentina che avrebbero mitigato, almeno in parte, lo strapotere del Comune di Faenza nell’Assemblea dell’Azienda stessa. È bene ricordare che l’assetto individuato attribuisce a quel Comune la maggioranza assoluta per cui gli altri cinque Comuni non potranno mai decidere niente se non c’è il consenso del Comune di Faenza il quale rappresenta il 52% delle quote, mentre gli altri cinque Comuni si dividono il restante 48% con queste percentuali: Brisighella 18,34%, Casola 5,63%, Castel Bolognese 15,35%, Riolo 0,26%, Solarolo 8,05%.

Dette quote sono determinate secondo criteri che contemplano, fra altre cose, anche l’ammontare del patrimonio “conferito” (dicono loro, “espropriato” dico io ) dai singoli Comuni.

 

È proprio su questo aspetto che vorrei proporre alcune riflessioni: Qui non siamo di fronte a dei privati che mettono in comune dei capitali per costituire una società e che, giustamente, hanno titolo a contare in base al patrimonio che ciascuno ha conferito. Siamo invece di fronte a degli enti (i Comuni) i quali mettono insieme dei beni che non sono di loro proprietà, ma appartengono ai cittadini, che li hanno avuti, per donazioni o lasciti di loro concittadini che hanno voluto in tal modo, contribuire a soddisfare alcune necessità, specie dei più bisognosi.

Se questo è vero, come è vero, non si può prendere, come è stato fatto, il valore assoluto del patrimonio e porlo sulla bilancia; forse sarebbe stato più corretto rapportare quel valore al numero dei cittadini tra i quali era stato raccolto ed ai quali era destinato.

Vi propongo quindi questo prospetto che evidenzia l’ammontare del patrimonio diviso per il numero degli abitanti e quindi consente di verificare quanto ogni cittadino ha contribuito all’operazione.

IMPORTO DEL PATRIMONIO ESPROPRIATO ALLE COMUNITA' LOCALI

 

A FAVORE DELL'A.S.P. "ROMAGNA FAENTINA"

 

Comune

Terreni

Fabbricati

Totale  (1)

Abitanti (2)

Quota

 

pro capite

 

FAENZA

2.657.451,20

17.860.377,07

20.517.828,27

58.815

348,85

 

SOLAROLO

0,00

1.634.352,00

1.634.352,00

4.446

367,60

 

Totale ex ASP Prendersi cura

22.152.180,27

63.261

Media

350,17

 

BRISIGHELLA

766.518,22

6.658.452,29

7.424.970,51

7.711

962,91

 

CASOLA V.

255.477,79

1.103.575,21

1.359.053,00

2.664

510,16

 

CASTEL B.

872.655,00

3.751.705,84

4.624.360,84

9.532

485,14

 

Riolo T.

0,00

0,00

0,00

     

Totale ex ASP Solidarietà Insieme

13.408.384,35

19.907

Media

673,55

 

TOTALE GENERALE

35.560.564,62

83.168

Media

427,58

 
 
               

Fonte dati:

(1) A.S.P. "Romagna faentina"

       
 

(2) Sito internet dei rispettivi Comuni

       

Altro elemento che contribuisce a determinare le quote di rappresentanza è il numero dei servizi in precedenza erogati dalle Opere Pie nei singoli Comuni. Anche in questo caso sarebbe stato corretto mettere in rapporto quei servizi con il numero degli abitanti serviti; in sostanza, verificare quanto i servizi fossero sufficienti a soddisfare le necessità delle comunità locali. Occorre infatti tenere presente che, con il nuovo assetto, le graduatorie per l’accesso non saranno più a livello comunale ma comprensoriale. Ciò significa che un Comune potrebbe anche aver “conferito” una notevole quantità di servizi (e quindi essere molto rappresentato) ma se tali servizi fossero carenti rispetto al numero dei suoi abitanti, questi  potrebbero superare in graduatoria i cittadini di un Comune più piccolo con conseguenze facilmente comprensibili.

Si deve infine considerare che i nuovi criteri previsti per aver titolo ad usufruire di concorsi nel pagamento delle rette di ricovero da parte della Regione (i così detti posti convenzionati) sono tali da essere destinati solo a pochissime persone.

A me pare ce ne sia abbastanza per  mettere in discussione tutto l’assetto e chiedersi seriamente se sia giusto che, per esempio, i cittadini di Brisighella (che hanno messo sul piatto risorse quasi tre volte superiori rispetto ad altri) siano rappresentati nell’Azienda quasi tre volte in meno; ovviamente, la stessa cosa vale per altri cittadini, anche se in proporzioni diverse come emerge dal prospetto.

Ma evidentemente ai Sindaci di quei cittadini le cose vanno bene così visto che nessuno di loro ha fatto una piega, anzi, sono convinti di aver fatto una grande operazione.

Forse questo è solo “un pensiero che fa presto a sfociare nel qualunquismo”, ma è il mio pensiero  e continuerò sicuramente ad esprimerlo.

Casola Valsenio, 31 gennaio 2015

                                                                              Roberto Morini

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