Intervistiamo l’assessore Milena Barzaglia a proposito della questione Circus.
Proviamo anzitutto a chiarire la questione. Come avrà letto nell’articolo pubblicato dallo Spekkietto “Circus, questo sconosciuto” veniva esplicitamente detto che lo spazio di aggregazione sarebbe diventato solo spazio-compiti e che quindi sarebbe cambiata notevolmente la finalità per cui era nato. È vero o non è vero?
L’articolo da voi pubblicato riportava alcune inesattezze e quindi vi ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire meglio alcuni aspetti. Innanzitutto confermo che al Centro Circus la maggior parte del tempo sarà dedicato allo spazio compiti precisando però che già da diversi anni è attivo presso il c.a.g. uno spazio dedicato ai compiti, a cui i ragazzi possono accedere liberamente, in base a loro motivazioni e necessità. Già nel corso del 2009 e del 2010 sono stati avviati alcuni cambiamenti finalizzati a dare più chiarezza e stabilità all’attività, benché inserita in un contesto non fortemente strutturato. Il Circus è sostenuto dal Comune con la collaborazione dei Servizi Sociali e assieme, in una logica comprensoriale, abbiamo voluto mantenere questa importante realtà  migliorando e ampliando i servizi. Nel nostro Comprensorio non si è potuto mantenere attivi tutti i Centri e questo per noi è un grande risultato.
 
Che cosa vi ha spinto, in qualità di Amministrazione, a compiere questa scelta?
Nel modificarsi ciclico dei bisogni, l’attuale spazio compiti, così come era strutturato, non riusciva a rispondere a pieno ai bisogni manifestati dalle famiglie pertanto dall’inizio del 2011 l’Amministrazione, attraverso i Servizi sociali, si è proposta di riprogettare l’attività del Centro di Aggregazione, ampliandone la connotazione con la cura dei compiti, in una veste più formale ed incisiva, anche con un maggiore tempo dedicato. Questo spazio è rivolto a circa 15-20 ragazzi della Scuola media (target 11-14 anni) che necessitano di uno specifico accompagnamento nello svolgimento dei compiti, attraverso la stimolazione della motivazione e la promozione dell’educazione tra pari. Gli educatori curano la relazione e il supporto individuale, facilitando al contempo il clima del gruppo.
La storia del Circus è stata effettivamente un successo, se consideriamo che era partito in sordina e che raccoglieva pochi ragazzi, era stato capace poi di diventare un punto di riferimento per molti. Perchè abbandonare allora quel tipo di proposta?
La storia del Circus è sicuramente importante e noi l’abbiamo sempre sostenuto. Cambiare, aggiornare e riprogettare non significa certamente abbandonare, anzi. Cessare l’attività per mancanza di risorse e di stimoli, questo per noi significherebbe abbandonare, ma non è fortunatamente il nostro caso.
Non so a quali dati si faccia riferimento, ma il centro di aggregazione raccoglieva molte adesioni nelle giornate in cui si facevano progetti ma per quanto riguarda le giornate ove si faceva pura aggregazione le presenze non erano sempre numerose e occorreva dare maggiori stimoli.
Sui numeri a volte si misura la necessità di un servizio e non sempre questi potevano indicare un servizio in crescita pertanto abbiamo ritenuto di dover rivedere il servizio e cercare di potenziare le attività che a nostro avviso erano più utili e più partecipate.
Chiaramente all’interno di questo contesto si creeranno anche spazi di aggregazione formati però da progetti che possono essere calcetto, palestra o altro. Riteniamo che tutto questo possa essere comunque una forma di aggregazione e nel contempo possa accogliere la richiesta di DOPO SCUOLA fatta dai genitori che restano i nostri principali interlocutori.
Come è possibile recuperare i benefici di quell’esperienza?
 
Nulla da recuperare perchè nulla è perduto, chi ha mai abbandonato i benefici di quella esperienza? Come già detto prima il ciclo dei bisogni e delle necessità mutano continuamente e programmare servizi senza mai prevedere di cambiarli in base alle esigenze del momento significhi essere ciechi nei confronti della comunità che si amministra.
 
Un punto a favore del Circus è stato senza dubbio quello di semplificare il processo di integrazione tra i ragazzi provenienti da altri stati con quelli nati a Casola.
Avete tenuto conto di questo aspetto fondamentale per la coesione sociale della nostra comunità?
 
Studiare insieme, andare in palestra insieme oppure in biblioteca insieme fare quindi gesti comuni della vita normale insieme ad altri ragazzi  non è forse integrazione??? Per me si, l’integrazione non si fa soltanto giocando ma si fa creando alleanze sincere quotidianamente.
Fortunatamente nel nostro paese non vi è mai stata un problema così evidente, come appare dalla domanda, di integrazione tra ragazzi di Stati diversi e ragazzi italiani, ma piuttosto i processi più difficili che abbiamo gestito negli anni sono stati quelli di integrazione tra ragazzi italiani che rischiavano per diverse motivazioni di essere emarginati dai coetanei.
Preciso che in queste questioni la grandissima collaborazione con la scuola è stata fondamentale , il centro di aggregazione era parte integrante di un sistema di servizi che vedeva però in prima fila la scuola ed i servizi sociali e penso che in questo non sia cambiato nulla anzi il Circus perché così si chiama e continuerà a chiamarsi sarà sempre un elemento  portante del processo di coesione sociale di Casola.
 
Casola effettivamente offre poco per i suoi ragazzi. Ci sono nuovi progetti in cantiere?
I ragazzi che frequentano il Circus hanno un massimo di 13 anni e NON sono assolutamente d’accordo nel dire che Casola non offre opportunità per questi ragazzi. Certamente è tutto migliorabile e sarebbe nostro desiderio ampliare sempre più le possibilità per i ragazzi e le famiglie.
Lo sport, il cinema, gli spazi gioco, le associazioni, la sicurezza e la biblioteca sono alcuni esempi di attività e strutture, a nostro avviso, di qualità per questa fascia di età. E lo spazio compiti/aggregazione gioca sicuramente un ruolo fondamentale per loro.
Posso essere d’accordo su alcune lacune che ci possono essere a Casola per i ragazzi più grandi, quelli che vanno alle superiori per intenderci, ma per i ragazzi fino alle medie non vedo una offerta così scarsa.
 
 
Intervista a cura di Riccardo Albonetti
 
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