A proposito di ebraismo
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- Scritto da pier ugo acerbi
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La religione ebraica è, tra le religioni monoteiste che esprimono un dio personale, quella più stimolante per l’intelletto. La continua rilettura dei testi sacri, di per sé, non è un pratica nel solo ebraismo, tuttavia è solo nell’ebraismo che, di volta in volta, viene accompagnata dalla rielaborazione interpretativa dal credente. Lo scopo di questo esercizio è trovare la “matematica del creato”. Il devoto è infatti convinto che la chiave per la comprensione del significato profondo del Verbo Divino, quello che oltrepassa la lettura esplicita del testo sacro, si trova nella scienza dei numeri. Pertanto si impegna costantemente ad elaborare, all'interno della parola, della frase, della pagina, dell’intera Torah, un algoritmo in grado di restituire “…il nucleo, la vera essenza dell’universo”.
Contemporaneamente a tutto questo, è cresciuta una particolare tradizione educativa, intrinsecamente legata ad uno specifico stile di vita, che nei secoli parrebbe aver portato ad una selezione elitaria basata sulla capacità del pensiero. La tesi ha un aspetto in qualche modo misurabile prendendo come metro di osservazione l’analisi statistica dei dati riguardanti il Premio Nobel.
Il popolo ebraico, tra residenti in Israele e le varie comunità sparse in giro per il mondo, è composto da circa 13 milioni di persone; sostanzialmente lo 0,2% dell’intera popolazione mondiale. Ebbene si deve constatare come nelle materie scientifiche come fisica, chimica e medicina, gli scienziati ebrei che hanno ricevuto il premio Nobel sono quasi il 25% del totale. Se poi prendiamo in considerazione il dato riguardante l’economia, la percentuale balza al 40%.
Un ornitologo casolano
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- Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
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PER RIPARTIRE – IL 15 APRILE 300.000 EURO PER CASOLA
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Sport
Sabato 22 Febbraio in un incontro nel cinema Senio si è fatto il punto sulla situazione sportiva e calcistica giovanile ad un anno dalla frana del campo sportivo. Presenti il sindaco Iseppi, il pres. ASD Casola Calcio Simone Visani, il presidente del Comitato Forza Casola Paolo Visani, il sottosegretario del Consiglio Regionale Andrea Rossi, i consiglieri regionali Mirco Bagnari, Gianni Bessi, Manuela Rontini, il responsabile FIGC di Ravenna Claudio Bissi, il pres. CONI dell’Emilia Romagna Umberto Suprani, l’architetto Emanuele Piaia dell’Università di Ferrara. In funzione di intervistatore Riccardo Isola. Presente anche una rappresentanza significativa di pubblico.
Il sindaco Iseppi ha aperto i lavori introducendo il tema e portando ai presenti ed alle personalità intervenute i saluti della comunità casolana.
Paolo Visani ha esordito facendo il punto della situazione. Il primo obiettivo del Comitato Forza Casola è stato quello di creare una struttura alternativa che potesse sostituire il campo crollato almeno per gli allenamenti e l’attività competitiva delle squadre giovanili. Obiettivo realizzato con il campetto ricavato nell’area del parco Pertini pur con inconvenienti che ne hanno ritardato di alcuni mesi l’entrata in piena funzione a causa di problemi del manto erboso, per cui per un certo tempo si è dovuto ricorrere all’utilizzo di strutture sportive messe a disposizione dai paesi vicini. Il Comitato Forza Casola con la sua attività di sensibilizzazione ha raccolto fino ad ora circa 35.000 euro. Il campetto ne è costati 18.500. Il tutto in totale trasparenza e in occasione di questo incontro è stato distribuito un resoconto contabile dettagliato al centesimo.
Simone Visani ha rimarcato il risultato voluto ed ottenuto con tutto l’impegno dall ASD Casola Calcio, cioè quello di non interrompere l’attività calcistica delle squadre ricorrendo all’affitto delle strutture di Rivola e Castelbolognese. Nonostante tutto si è verificata qualche defezione fra i ragazzi a causa delle difficoltà di raggiungimento dei campi da gioco. Occorre pertanto trovare presto una soluzione per la ricostruzione di un nuovo campo al fine di non scoraggiare nessuno anche perché in una comunità piccola come la nostra le risorse giovanili sono limitate.
Claudio Bissi si è chiesto cosa si può concretamente fare per Casola ed in particolare cosa può fare la FGCI. I messaggi di solidarietà lanciati dalla FGCI hanno permesso di azzerare i costi federali che avrebbero pesato per 17.000 euro. Inoltre bisognerà ragionare concretamente sul luogo dove dovrà sorgere il nuovo campo. Ci sono buoni propositi della Regione per l’impiantistica sportiva che fornisce anche luoghi dove, oltre lo sport, si attua anche una azione educativa e formativa. Dunque bisognerà lavorare per questo e la FGCI farà la sua parte perché non è possibile pensare che una comunità come Casola, già abbastanza penalizzata dalla lontananza da altri centri, rimanga senza un campo sportivo.
Rock di paese
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- Scritto da Riccardo Landi
- Categoria: Parole allo specchio
Town rock o rock di paese: quel genere di musica che nutre la mente dei suoi abitanti e di chi ne coltiva l'ascolto con un malinconico senso di perdita. Un approccio agricolo che non dipende da logiche di mercato, ma da un sentimento di puro amore e rispetto per la musica.
Ci sono le storie vere. E le storie vere straordinarie. Questa, è una storia.
La gente aveva bisogno di avvicinamento, di dialogo, e non di tecnologia e legami virtuali. Lo scorrere dei giorni era complessità e disorientamento di vivere un eterno presente. Un perenne letargo esistenziale alla ricerca di un equilibrio tra vita e lavoro.
Uscirono dalla cronaca di quei giorni, parlando dei misteri che muovevano le loro vite. Forse mossi da qualcosa che li spinse ad aggrapparsi all'esistenza, e non lasciarla andare. Le loro vite, non erano come un servizio fotografico. Ma confidenza, senza conseguenza.
Da quel giorno, prese vita un'allegra follia, una meravigliosa astensione da ogni tipo di intrattenimento sociale, un respiro leggero e finalmente libero. Era il nostro concerto. Proprio nel nostro piccolo paese. Esattamente dove non c'è mai nulla. Nessun altrove geografico, proprio qua.
Fino a quel giorno, le loro vite erano scure e grigie, come l'asfalto dopo una pioggia improvvisa. Uscirono, per un po', da quell'immobilità da portone in un palazzo anonimo.
Serviva trovare un posto, gente che volesse suonare. Era necessario avere voglia di fare. Non c'era un soldo, ma non era un impedimento.
LA SCELTA - "Tu cosa avresti fatto?"
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Cronaca
Venerdì 4 Marzo 2016 nella sala Don Guidani Lo Spekkietto ed il gruppo Scout Casola I hanno organizzato uno spettacolo di forte impatto emotivo di denuncia delle violenze determinate dai conflitti etnici e religiosi.
Lo spettacolo , che potremmo definire più appropriatamente una recita a due, è stato incentrato sul dramma della guerra civile che tra il 1991 ed il 1995 ha insanguinato la ex Jugoslavia. Una guerra con un spaventoso numero di vittime civili e teatro di una serie di atrocità e ferocie difficili da raccontare ed anche solo da sentirsi raccontare.
Marco Cortesi e Mara Moschini, I due narratori ed autori di questa drammatico racconto, che si inserisce a pieno diritto fra le opere più incisive e toccanti del cosiddetto “teatro civile”, hanno replicato in tutta Italia ed in numerosi stati esteri il loro spettacolo per oltre 560 volte, raccogliendo ovunque un grande e commosso consenso. Consenso senza dubbio legato anche alla straordinaria interpretazione degli attori, una interpretazione orale e gestuale di grande intensità e capacità professionale. Raramente a Casola si è potuto assistere ad uno spettacolo di tale qualità ed il consenso del pubblico, attento e rapito durante la rappresentazione, si è espresso unanimemente al termine della recita. Agli organizzatori de Lo Spekkietto e del Gruppo Scout va dunque riconosciuto il merito di aver proposto alla nostra comunità un momento di seria riflessione sulle brutture ed atrocità della guerra, soprattutto delle guerre civili, e l’interrogativo “e tu cosa avresti fatto? “ in circostanze analoghe dovrebbe scuotere le nostre coscienze, spesso in fase di stallo e quiescenza, e servire da forte antidoto onde evitare di scivolare con troppa leggerezza e superficialità su tutti quegli atteggiamenti e paradigmi che fomentano i sentimenti di avversione, razzismo, intolleranza verso i diversi anche se, come nel caso raccontato, pochissimo diversi.
Alessandro Righini
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