Vaccini e Fate
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- Scritto da pier ugo acerbi
- Categoria: Attualita
Come si può leggere in bibliografia (Advances in Experimental Social Psychology 2011, Vol. 44, Cap. 5 Pag. 247) l’effetto Dunning-Kruger descrive una alterazione cognitiva che causa la sopravalutazione del proprio giudizio quando non si è oggettivamente esperti dell’argomento trattato. Per altro, professionalità e competenza sono spesso causa della distorsione inversa: conoscere bene e saper valutare la complessità dell’argomento può indurre l’individuo ad una eccessiva prudenza, il ché, tra le altre cose, diminuisce le sua capacità di convincimento presso gli altri. Questa teoria è stata esposta in maniera scientifica (avvalorata da sperimentazione) solo nel 1999, ma in realtà la saggezza antica dei nostri padri l’aveva anticipata molto prima. Per tutti basti citare un bastione della letteratura mondiale, il grande drammaturgo inglese Wiliam Shakespeare. Il Bardo di Stratford, nella commedia pastorale “A Piacer Vostro”, scrive queste parole “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.”
Un tipico esempio applicativo di questo effetto riguarda la diatriba “Vaccini si-Vaccini no”, nella quale alcuni genitori molto confusi attribuiscono la verità non alla conoscenza scientifica, ma all’alta qualità tecnologica con cui vengono espressi, nella rete web, certi giudizi ad essa contrapposti, confondendo così l’eccellenza del mezzo con l’uso mediocre e menzognero che se ne può fare.
Challenge!
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- Scritto da Nicola Pozzi
- Categoria: Scout
Noi ragazzi del noviziato insieme ai nostri capi Nico e Giuly, siamo partiti per Colle di Tramazzo, località tra S. Benedetto in Alpe e Tredozio, dove abbiamo partecipato al Challenge con i noviziati di Imola, Lugo e Massa Lombarda.
Si tratta di una competizione a pattuglie che viene disputata ogni anno. La nostra presenza è forse stata la prima nella storia dello scoutismo casolano, ma non ci vogliamo sbilanciare con queste affermazioni.
Si partecipa tramite pattuglie maschili e femminili per dimostrare e confermare le abilità apprese durante gli anni di reparto, con una preparazione apposita prima della data della sfida.
Le prove sono state: topografia, animazione, ingegno, hebertismo, segnalazione e abilità di costruire correttamente un rifugio con materiali forniti della natura circostante o presi direttamente del nostro zaino più qualche prova a sorpresa.
Partiti nel pomeriggio con la prova di topografia abbiamo tracciato, tramite angoli e distanze (azimut) sulla cartina, una destinazione comune per poi raggiungerla tramite i diversi sentieri che portano al lago di Tramazzo.
Arrivati a destinazione, dopo aver recuperato i dispersi, ci hanno incaricati di costruirci il rifugio per la notte.
Nella serata abbiamo affrontato la prova d’espressione attorno al fuoco serale ed in seguito cenato attorno ad esso.
La notte è trascorsa tra rifugi, bestie e schiamazzi.
Nella mattinata seguente le prove sono state interessanti: arrampicata, canoa, labirinti, primo soccorso, segnalazione ed ingegno. Ci sono costate un sacco di energie ma ne è valsa la pena!
L'esperienza è stata apprezzata pienamente da ogni membro del nostro gruppo e gli stessi capi si sono complimentati con noi per la carica e la serietà che ci abbiamo messo.
Non dimenticheremo il bellissimo luogo dove abbiamo trascorso la nostra avventura, i nostri compagni e ciò che ci hanno offerto e insegnato. Un ricordo particolare va all'omelia della messa nel bosco.
Ringraziamo i nostri capi che ci hanno dato la possibilità di partecipare a questa competizione che ci ha lasciato un bellissimo ricordo in questo anno speciale di noviziato.
I ragazzi del Noviziato Mercurio
Il basilisco del Senio
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- Scritto da Andrea Benassi
- Categoria: Cultura
I fenomeni geologici collegati alle fuoriuscite di gas naturale hanno da sempre catturato la fantasia, suscitando in passato non poche paure. Acque che gorgogliano senza apparente motivo o fiamme che si sprigionano dalla roccia non potevano che far pensare a mostri nascosti nel sottosuolo. Gli antichi greci, proprio per spiegare questo fenomeno avevano immaginato un mostro mitologico: la Chimera. Un essere che vomitava fuoco nella Licia, lungo le coste dell'attuale Turchia: «…Era il mostro di origine divina, leone la testa, il petto capra, e drago la coda; e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco..." Cosi Omero nell'Iliade descrive l'aspetto del mostro che verrà vinto dell'eroe Bellerofonte. Una vittoria che non impedisce però alle fiamme prodotte dalle fuoriuscite di metano di continuare a bruciare ancora oggi, migliaia di anni dopo la nascita del mito. Anche il nostro appennino è stata terra di fenomeni misteriosi: i viaggiatori che scendevano verso Firenze dal settentrione citavano continuamente i fuochi di Pietramala. Consistenti emissioni di metano incendiato, che illuminavano le colline verso il passo della Raticosa spaventando fino all'età dell'illuminismo passanti e locali tanto da battezzare la zona 'bocca dell'inferno'. Bisognerà aspettare fino al 1780, quando Alessandro Volta riconobbe un parallelo con l'aria delle paludi' perché il fenomeno potesse essere in parte spiegato. Oggi sappiamo che in una ampia fascia pedecollinare tra il parmense ed il forlivese sono presenti fenomeni di questo genere. Fuochi, vulcanelli, salse e bollitori, dovuti a manifestazioni superficiali di idrocarburi, principalmente gassosi, che tendono a risalire all'interno delle rocce che li contengono e li sovrastano. Quando le bolle di gas fuoriescono attraverso terreni di tipo argilloso si hanno delle eruzioni fangose chiamata salse o bollitori che sono composte da emulsioni fredde di acqua, gas metano e argilla. Il più famoso dei quali è sicuramente il buldur di Bergullo, presso Imola, descritto dal finire del '700 e studiato dallo Scarabelli.
Ma anche il meno noto Dragone di Sassuno nella valle del Sillaro o il vulcano di Monte Busca, la cui fiamma perenne illumina le colline vicino a Tredozio. Nella vallata del Senio, ufficialmente non si era a conoscenza fino ad ora della presenza di fenomeni simili. Localmente si sapeva della presenza di piccole emissioni di gas lungo il fiume presso la confluenza con la Cestina, dove nelle vicinanze era nota anche l'esistenza in passato della fiammella. Probabilmente una piccola emissione costante di metano che bruciava nel mezzo di un campo. Fenomeni che con il passare del tempo sembrano essersi esauriti. Del tutto nuovo o almeno sconosciuto, sembra essere al contrario il fenomeno delle numerose risalite di gas nel tratto di fiume proprio a monte del paese di Casola, in corrispondenza del ponte del Cantone. Ovvero in quella zona di fiume che due anni fa fu interessata dalla grande frana del campo sportivo, e dove la stessa frana ha creato un ampio lago perenne il cui limite arriva proprio presso il ponte. Il gas, probabilmente una miscela di metano, anidride carbonica e idrogeno solforato, risale gorgogliando da decine di piccole bocche che si aprono sul fondo e se acceso brucia e scoppietta in vampe rossastre. Non è chiaro se sia stata la presenza delle acque calme e costanti del lago ad aver reso maggiormente visibili oggi queste emissioni, oppure se le stesse siano aumentate. Non è escluso che le stesse possano essere messe in relazione proprio con la presenza del nuovo bacino o con i fenomeni sismici che precedettero di alcuni mesi la frana stessa. L'origine di questi fenomeni in generale non è ancora del tutto chiara. Spesso si hanno risalite di gas e fluidi lungo allineamenti strutturali come le faglie. L'attività delle salse e dei bollitori non è sempre regolare ma alterna fasi di maggiore o minore crescita senza una cadenza precisa. Nel caso delle salse di Bergullo per esempio pare che l'attività sia collegata con le oscillazioni della falda freatica, diminuendo con la siccità. Gli studi attuali indicano che l'origine di tali fenomeni sarebbe da collegare con quelle situazioni geodinamiche che causano l'instaurarsi nel sottosuolo di pressioni interstiziali di fluidi. Pressioni generate potenzialmente sia da movimenti di faglia che da mutate condizioni idrogeologiche. Quale che sia la spiegazione e l'origine, navigare in canoa attorno a questi piccoli gorgogli che increspano l'acqua, ha un fascino tutto particolare. Trasportati in un clima di mistero non è difficile immaginare che anche nelle profondità sotto il Senio possa dormire un qualche mostro mitologico, magari se non un Dragone o una Chimera almeno un piccolo Basilisco.
Andrea Benassi
Presentazione del Libro "C'era il Cinema Muto" di Luciana Baruzzi
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- Scritto da Alessandro Righini
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Maggio dei Libri: venerdì 19 maggio "C'era il Cinema Muto..."
Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
per la rassegna MAGGIO DEI LIBRI
con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Casola Valsenio
in collaborazione con l'associazione artistico culturale Creativi sopra la Media
Simonetta Santandrea presidente dell'Associazione presenterà il libro
C'ERA IL CINEMA MUTO...
di Luciana Baruzzi
Letture di Paride Ridolfi
Sala Nolasco Biagi (Casa della Cultura via Soglia 13)
La cittadinanza è invitata.
Seguirà il rinfresco.
Punto sui Defibrillatori a Casola Valsenio
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- Scritto da Nicola Rinaldi Ceroni
- Categoria: Attualita
Da diversi anni a Casola sono presenti dei defibrillatori dislocati in diverse parti del paese.
Il tutto cominciò nel 2002 quando un comitato diede inizio ad un progetto chiamato “Casola per la vita” grazie al quale si sono acquistati 4 defibrillatori da dislocare in alcuni punti strategici del paese.
Con l’arrivo di questi strumenti si sono poi organizzati dei corsi di formazione al termine dei quali veniva rilasciato un attestato di BLSD (Basic Life Support Defibrillation).
Negli anni lo Spekkietto ha scritto diversi articoli in cui si parlava di questo progetto e dei corsi di formazione/aggiornamento che ne sono seguiti.
Nel 2007 intervistammo Barbara Pozzi, che è sempre stata la nostra referente del progetto e oggi, a distanza di 10 anni, l’abbiamo ricontattata e le abbiamo posto qualche domanda per rinfrescarci la memoria sull’argomento e per sapere se sono ancora presenti questi defibrillatori.
Ci potresti spiegare che cos’è un defibrillatore ed in quali occasioni può essere d’aiuto?
Il defibrillatore è un elettrodomestico semplice e sicuro in grado di erogare una scarica elettrica (circa 150 j) per resettare un cuore “impazzito”.
Eroga lo shock solo quando, dopo un’attenta analisi, riconosce la presenza di una delle due anomalie cardiache: fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare che portano poi ad arresto cardiaco
Ha un margine di errore riguardo alla diagnosi che rasenta lo zero.
I defibrillatori in dotazione a Casola Valsenio sono semi- automatici, per erogare lo shock necessitano di un operatore (che ha ricevuto l’adeguata formazione) che prema il pulsante lampeggiante per far sì che la scarica elettrica possa arrivare al cuore del soggetto infartuato.
L’utilizzo del defibrillatore è dettato secondo un protocollo di IRC; comunque utilizzato in tutti i casi di arresto respiratorio.
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